Prosegue su AgroNotizie® la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.

 

Per un uso consapevole degli agrofarmaci

 

Se si chiede ai consumatori europei quali siano le maggiori preoccupazioni in termini di tutela della salute, tra le prime risposte si può trovare la presenza di residui di prodotti fitosanitari all'interno degli alimenti. I dati ufficiali pubblicati dall'Efsa, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ci dicono tuttavia che il cibo messo sulle tavole dei consumatori è assolutamente sicuro, col 96,3% dei campioni analizzati che registra residui entro i limiti di legge. Esiste dunque uno scollamento tra i timori dei consumatori e la realtà dei fatti. Uno scollamento che è alimentato anche da una cattiva informazione e da campagne di marketing pretestuose.

 

Possiamo tuttavia essere sicuri che i metodi di calcolo dei residui siano sufficientemente rigorosi e che il sistema di sorveglianza sia efficiente? Lo abbiamo chiesto ad Angelo Moretto, professore dell'Università degli Studi di Padova e già direttore del Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria (Icps) presso l'Asst Fatebenefratelli Sacco. "Dietro i controlli effettuati sui prodotti alimentari ci sono delle rigorose metodologie sviluppate in decenni di lavoro di ricerca e il numero di controlli sui prodotti alimentari, nazionali e importati, deve tranquillizzare il consumatore".

Residui di agrofarmaci, quello che dicono i dati

A fine aprile è stato pubblicato l'ultimo rapporto dell'Efsa sulla presenza di residui di prodotti fitosanitari nei cibi. Nel complesso, il 96,3% dei quasi 111mila campioni analizzati a livello Ue è risultato entro i limiti di legge. Ma ancora più sorprendente è il fatto che il 51,4% aveva residui non rilevabili (dati riferiti al programma EU MACP). Infine, solo l'1,6% è risultato non a norma, quindi con residui oltre i limiti massimi di legge.

 

Significa dunque che un consumatore che avesse consumato quei cibi fuori norma avrebbe avuto dei problemi? "Assolutamente no, il Livello Massimo di Residuo (LMR) rappresenta un parametro agronomico, non di sicurezza per la salute", sottolinea Moretto. "Ci dice semplicemente se l'agricoltore ha utilizzato correttamente un prodotto fitosanitario".

 

È questo un punto fondamentale, che è bene chiarire. Quando viene autorizzata l'etichetta di un agrofarmaco, viene indicata la dose massima utilizzabile, quella cioè che assicura l'efficacia del trattamento e al contempo il rispetto dell'ambiente e del consumatore. Ma la quantità di residuo sugli alimenti garantita dal rispetto dell'etichetta (compreso, ad esempio, il tempo di carenza) può essere anche centinaia o migliaia di volte inferiore rispetto alla quantità di sostanza attiva che avrebbe un effetto sulla salute del consumatore.

 

Ci si riferisce in questo caso alla Dose Acuta di Riferimento, un limite di sicurezza tossicologica che specifica la quantità di una sostanza che è possibile ingerire in un singolo giorno senza alcun effetto sulla salute del consumatore.

 

Nel 51,4% dei campioni analizzati (6.023 su 11.727) non sono stati riportati livelli quantificabili di residui (i residui erano al di sotto del limite di rilevabilità - LOQ). La percentuale di campioni con residui di agrofarmaci entro i limiti legali (pari o superiori all'LOQ ma inferiori o pari all'MRL) era del 47% (5.512). Gli MRL sono stati superati nell'1,6% (192) dei campioni, di cui lo 0,9% (100) è risultato non conforme a causa dell'incertezza della misurazione

Nel 51,4% dei campioni analizzati (6.023 su 11.727) non sono stati riportati livelli quantificabili di residui (i residui erano al di sotto del limite di rilevabilità - LOQ). La percentuale di campioni con residui di agrofarmaci entro i limiti legali (pari o superiori all'LOQ ma inferiori o pari all'MRL) era del 47% (5.512). Gli MRL sono stati superati nell'1,6% (192) dei campioni, di cui lo 0,9% (100) è risultato non conforme a causa dell'incertezza della misurazione

(Fonte foto: Efsa)

 

Senza contare poi che, per valutare i livelli di rischio, l'Efsa prende in considerazione differenti profili di consumatore, con differenti tipologie di dieta. Si valuta infatti quali cibi un cittadino Ue può consumare durante la vita e sulla base di questo paniere si calcola l'esposizione potenziale agli agrofarmaci.

 

"Tutti noi abbiamo una dieta più o meno varia ed è dunque altamente improbabile che si possa essere esposti alla medesima sostanza attiva o a sostanze con le stesse caratteristiche, in più cibi, scongiurando quindi l'effetto accumulo, come verificato da Efsa nei vari studi eseguiti sull'ingestione attraverso la dieta di principi attivi che possono accumulare il loro effetto", sottolinea Angelo Moretto. "E anche il cosiddetto effetto miscela, o cocktail, che presuppone l'interazione tra molecole differenti all'interno del corpo umano, è stato dimostrato essere insussistente alle basse dosi che derivano dai residui".

 

In altre parole, mangiando cibi diversi è praticamente impossibile che si raggiunga una soglia critica (la Dose Acuta di Riferimento per le esposizioni acute o la Dose Giornaliera Accettabile per esposizioni ripetute) relativamente ad una sostanza attiva, proprio perché le colture vengono trattate con differenti tipologie di prodotti.

 

Insomma, i dati sui campionamenti dell'Efsa confermano che la quasi totalità dei campioni ha residui di agrofarmaci inferiori ai limiti di legge. Ma anche nel caso remoto in cui un consumatore dovesse imbattersi in qualche prodotto che superi questi limiti, la possibilità di avere qualche effetto avverso è inconsistente.

 

Il digitale a supporto degli agricoltori

Non per questo occorre abbassare la guardia o impegnarsi meno per avere produzioni con residui ancora inferiori rispetto agli attuali. Uno strumento interessante a supporto degli agricoltori è rappresentato da ResiYou, una piattaforma digitale sviluppata da Bayer per guidare l'agricoltore nell'utilizzo dei prodotti fitosanitari, con l'ottica di rispettare appieno i limiti imposti sia a livello governativo, in Europa e nei Paesi importatori, sia a livello di capitolato della Grande Distribuzione Organizzata.

 

"Il sistema è alimentato dall'intelligenza artificiale ed è in grado di apprendere sulla base delle esperienze effettuate dagli agricoltori in tutta Europa", spiega Ignazio Romeo, Grower&Channel manager Vegetables di Bayer. "ResiYou permette di pianificare la raccolta in modo da minimizzare i livelli di residui. È uno strumento prima di tutto a supporto dell'agricoltore, ma che può essere utile anche per l'intera filiera".

 

Con ResiYou i residui di agrofarmaci sono sotto controllo

 

Il sistema di funzionamento è piuttosto semplice. L'agricoltore deve indicare sulla piattaforma l'ubicazione dei propri campi e, se si tratta di colture protette, la tipologia di coltura seminata e i trattamenti effettuati, con dosi, volumi e attrezzature impiegate. Il sistema digitale è quindi in grado di calcolare la velocità di degradazione delle sostanze attive, suggerendo quindi la finestra temporale ideale per la raccolta.

 

"Ad oggi la piattaforma ResiYou è disponibile a livello pre commerciale per pesca e fragola, ma stiamo lavorando anche su uva da tavola, melo e su alcune drupacee", ci spiega Silvano Locardi, Grower&Channel manager Grapes&Fruits di Bayer. "Grazie a ResiYou gli agricoltori potranno scegliere le strategie di difesa più adeguate alle loro esigenze, conoscendo in anticipo la probabilità di trovare residui di principi attivi alla raccolta".

 

Digitale e scienza per un'agricoltura sempre più sostenibile

Nel corso degli ultimi trent'anni l'Unione Europea ha ridotto drasticamente il numero di sostanze attive utilizzabili in agricoltura e le etichette oggi disponibili sono estremamente protettive nei confronti dell'ambiente e del consumatore.

 

Non bisogna tuttavia adagiarsi sugli allori. Da Bruxelles e dalla società civile la richiesta di raggiungere sempre nuovi standard di sicurezza e sostenibilità è elevata. L'utilizzo degli agrofarmaci secondo l'etichetta e l'impiego di strumenti innovativi, come ResiYou, sono una garanzia non solo per il consumatore, ma anche per le aziende agricole, che possono essere tranquille sulla commerciabilità dei propri prodotti.

 

Per questo gli agricoltori sono i primi a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per la rubrica AgriCampus.

 

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Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line® è partner e su AgroNotizie® ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo

Appuntamento a settembre per la nuova puntata di Bayer AgriCampus




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