Questa volta tocca alla mela e a parlare è Luca Granata, direttore generale del Consorzio Melinda.
Il Consorzio, da solo, produce ogni anno circa il 60% dell'intero comparto melicolo trentino, ovvero il 15% della produzione nazionale e il 3% di quella europea.
In Trentino, l'esperienza, l'impegno e la passione degli oltre 4 mila frutticoltori associati nel Consorzio Melinda ogni anno produce, seleziona, confeziona e mette sul mercato le mele Melinda. Durante i mesi di settembre ed ottobre sono raccolte le Gala, seguite dalle 3 varietà Dop (le Renetta Canada, le Red Delicious e le Golden Delicious), per poi terminare, quando le cime più alte delle montagne circostanti sono già imbiancate dalla prima neve, con le Fuji.
Quali sono le prospettive produttive melicole per il 2014?
"Si prevede una produzione di mele molto soddisfacente in termini di qualità e quantità - spiega Granata -, in quasi tutti i principali distretti produttivi dell’Emisfero Nord".
A proposito di mercati, vendite e trend produttivi, è possibile scattare una fotografia del comparto a livello italiano ed europeo?
"L’Italia si sta sempre di più decisamente distinguendo come una delle nazioni più importanti nel mercato globale delle mele, grazie all’entità ed alla qualità della produzione, all’eccellente dotazione in termini di strutture ed impianti, alla buona organizzazione dei principali attori nazionali, alla loro propensione all’innovazione continua in tutti i settori del business delle mele (varietà, tecniche di coltivazione, processi industriali, marketing, nuovi prodotti) ed alla forte propensione all’esportazione. In Europa invece si sta osservando un certo ridimensionamento di alcuni storici protagonisti del mercato compensato da un rapido sviluppo di altri Paesi che più recentemente si sono affacciati sul mercato internazionale".
Interessante è l'apertura di nuovi mercati e di nuovi consumatori. Quali sono sono i Paesi maggiormente interessati dall'export?
"Pe Melinda le destinazioni estere che da qualche anno stanno assorbendo crescenti quantità di mele sono i Paesi Nordici, la GranBretagna, la Spagna, numerose nazioni africane, gli UAE ed i Paesi dell’Europa orientale".
Quali sono le principali linee guida in fatto di sperimentazione e ricerca di nuove varietà?
"Anche domani come oggi le mele dovranno essere sane, buone da mangiare, belle da vedere, con un aspetto distintivo e riconoscibile, performanti dal punto di vista economico e con una lunga conservabilità. E’ tuttavia possibile che altri aspetti oggi percepiti come meno importanti dai più (ad esempio il tenore in nutraceutici, la resistenza o tolleranza ad alcune malattie, la produttività locale) tendano ad acquisire maggiore rilevanza in futuro. E’ dunque in queste molteplici direzioni che proviamo ad interessare la ricerca di nuove varietà".
Cosa ci si aspetta per il futuro?
"Continuo ad essere piuttosto ottimista in merito al futuro di una larga parte del settore della melicoltura italiana, perché la possibilità di rendere ancora più solida l’attività dei nostri soci frutticoltori dipende in larga misura da alcune semplici scelte strategiche che non abbiamo ancora voluto e saputo prendere. Credo però che la situazione del mercato si dovesse ulteriormente deteriorare, allora di sicuro queste scelte diventeranno ineludibili e condivisibili per molti di noi e potrebbero essere il presupposto per un nuovo ed ancor più intenso ciclo di ulteriore sviluppo della melicoltura italiana".