Cancro batterico dell'actinidia: siglato accordo quadro tra l'Università della Tuscia e l'Anhui Agricultural University of China.

La collaborazione tra i due istituti permetterà di sviluppare importanti sinergie nei settori delle biotecnologie, dell'ambiente e dell'agricoltura.
All'interno di questo patto Italia-Cina rientra la collaborazione tra il professor Giorgio Mariano Balestra (Dafne -  Dipartimento di Scienze e tecnologie per l'agricoltura, le foreste, la natura e l'energia) e il professor Zhu, direttore dell’Horticulture Department (Key Laboratory of Pomology).

Il campo di attività e di specializzazione dei due studiosi permetterà di focalizzare l’attenzione sul Cancro batterico dell’actinidia (Pseudomonas syringae pv. actinidiae). Dopo gli incontri tecnici avvenuti lo scorso anno in Cina, i due gruppi di lavoro hanno già avviato collaborazioni che prevedono anche lo scambio di studenti e di studiosi.

Per fare il punto sullo stato dei lavori, nei giorni scorsi, nell'Aula del Consiglio (Facoltà di Agraria) dell'Università della Tuscia, il professor Zhu ha tenuto un seminario dal titolo 'Occurrence of Kiwifruit Bacterial Canker Disease and Advance in its Control in China'.
"L'accordo che abbiamo stretto - spiega Balestra - prevede lo sviluppo di progetti internazionali congiunti, come lo scambio di studenti e di ricercatori su tematiche d’interesse comuni del settore agroalimentare, dell’alta formazione e della ricerca applicata.
Per quanto riguarda la batteriosi dell'actinidia pensiamo che grazie allo scambio d'informazioni e d'esperienze che stiamo creando si possa essere in grado di fare passi avanti verso l'individuazione di efficaci metodologie di lotta al batterio. Al momento i dati relativi alla diffusione in Italia dello Pseudomonas non si discostano da quelli pubblicati prima dell'estate (soprattutto per nuovi impianti colpiti rispetto a reinfezioni in impianti già colpiti).

Questo significa che non c'è una sostanziale crescita al momento della patologia grazie anche all'andamento climatico stagionale che ne ha limitato la diffusione".