L’8 e il 9 giugno 2011 si è svolto presso la rocca di Vignola il Convegno nazionale del ciliegio. Un appuntamento che mancava da quattordici anni nel panorama nazionale e da venti nella città modenese. Grande affluenza di pubblico con circa 800 iscritti.

“Ringrazio i relatori – così Stefano Lugli, convenier del Convegno - per le oltre 120 relazioni presentate. Ringrazio anche i 38 sponsor, la Soi - Società di ortoflorofrutticoltura italiana, la Società italiana di patologia vegetale, la Società italiana di selvicoltura ed ecologia ambientale e il Crpv - Centro ricerche produzioni vegetali per l’organizzazione della mostra pomologica con 350 campioni provenienti da tutta Italia. Possiamo dire che il ciliegio è una coltura in grande ascesa in Italia e in Emilia-Romagna soprattutto. Questo trend appare non arrestarsi e nei prossimi 5-10 anni possiamo prevedere che il suo valore sarà sempre maggiore”.

Il ciliegio sembra sempre di più cultivar importante e strategica, che vuole ritagliarsi un suo spazio per dare opportunità agli agricoltori.

“Sono molto soddisfatto - ha spiegato Guglielmo Costa, direttore del Dipartimento di Colture arboree dell’Università di Bologna -, il convegno è andato oltre le aspettative. Visti i 120 contributi presentati, tutti interessanti, forse abbiamo atteso troppi anni prima di riproporre un convegno nazionale su questo frutto, ora non dobbiamo vanificare il lavoro fatto. Vogliamo proporre alla Regione Emilia-Romagna e al ministero delle Politiche agricole un progetto di filiera nazionale". 

Grande soddisfazione per il risultato ottenuto e per la crescita di questa cultivar anche da parte di Tiberio Rabboni, assessore all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna.
“Stiamo vedendo nella ciliegia un cambiamento grazie anche all’innovazione e alle mutazioni del mercato. Per rilanciare questa produzione il settore è riuscito ad ottenere nuove varietà vicine al gusto dei consumatori, a sviluppare tecniche colturali e industriali innovative dentro e fuori dal campo, a creare impianti moderni, ad aumentare la qualità del prodotto, a ridurre i costi di produzione.
In questi tempi di crisi economica il settore è riuscito a darsi delle priorità in termini di risorse, continuando così a investire per ottenere ottimi risultati. Bisogna continuare su questa strada se vogliamo creare un futuro ancora più roseo”.

La città di Vignola, sede del convegno, è stata scelta per il comprovato interesse verso questo frutto. “Oggi a Vignola l’11% dei frutteti è di nuova generazione - commenta Daria Denti, sindaco di Vignola - contro una media nazionale del 3%. Questo significa che la città e il suo territorio hanno deciso d’investire sulla ciliegia e questo convegno è un segnale forte che vogliamo dare. Il periodo di crisi economica che si è aperto ci mette di fronte a un futuro incerto e a nuove sfide, che dobbiamo riuscire a vincere. Credo che la migliore strada possibile sia quella di mettere in campo tutte le competenze e le energie disponibili della nostra città".

 

La prima giornata del convegno

Quattro le sessioni che si sono svolte nella prima giornata.
La prima è stata quella sulle Nuove tecnologie di impianto (moderata dal professor Luca Corelli Grappadelli del Dipartimento di Colture arboree dell’Università di Bologna) con due relazioni straniere ad introdurre l’argomento: il professor Lang della Michigan State University con l’intervento dal titolo 'Produzioni di ciliegie di alta qualità: nuove tecnologie, germoplasma e fisiologia verso strategie innovative di conduzione del ceraseto' e M. Bamer del Dlr Dienstleistungszentrum landlicher raum di Rheinpfaiz (Germania) con l’intervento dal titolo 'Innovazioni nei portinnesti e nei sistemi di impianto del ciliegio'.

La seconda è stata incentrata sul Miglioramento genetico e innovazione varietale (moderatore Carmelo Mennone, presidente della Sezione Frutticoltura della Soi).

La terza sessione (coordinata da Carlo Conticchio, presidente Associazione nazionale Città delle ciliegie) ha preso in considerazione le Realtà emergenti di Spagna e Italia.

Contemporaneamente si è tenuta la quarta sessione dedicata a Commercio e mercati nel bacino del Mediterraneo.

 

La seconda giornata del convegno

La prima sessione della giornata (coordinata da Ugo Palara, Agrintesa) è stata dedicata al tema Qualità alla raccolta e in post raccolta, con le relazioni di Guglielmo Costa, del Dipartimento di Colture arboree dell’Università di Bologna, dal titolo 'Come migliorare e valutare la qualità delle ciliegie' e di Juan Pablo Zoffoli, della Ponteficia Universidad Catòlica de Chile, dal titolo 'Recenti innovazioni nelle tecnologie in post-raccolta'

La seconda sessione ha avuto come tema centrale la Difesa delle produzioni (coordinata da Luigi Catalano, Civi Italia), dove si è parlato di prevenzione e difesa dalle principali avversità biotiche del ciliegio con un occhio alla qualità del prodotto, all’ecosostenibilità e all’impatto ambientale.

Nella terza sessione si è parlato di Controllo delle spaccature da pioggia o cracking (coordinata da Andrea Bernardi, Consorzio della ciliegia, della susina e della frutta tipica di Vignola), che oggi rappresenta una delle principali problematiche nella moderna coltivazione del ciliegio. E’ stato così possibile verificare quali siano ad oggi i metodi chimici e fisici per la prevenzione dello spacco dei frutti nel ciliegio.

 

Visite tecniche e tour del ciliegio

Nel pomeriggio della prima e della seconda giornata si sono svolte delle visite in campo presso stabilimenti e aziende agricole in importanti aree cerasicole del modenese e del ferrarese.  

Nella giornata del 10 giugno invece un tour presso aziende agricole della provincia di Trento e di Verona.