La decodifica dei geni è una nuova lingua nel campo della ricerca e apre strade infinite. Con queste premesse è iniziato 'Genomi e dintorni', il primo convegno di Agrifil, il salone dedicato interamente alla filiera agroalimentare che si è svolto in contemporanea con Sapore tasting experience nei padiglioni della Fiera di Rimini. L'incontro ha visto la partecipazione di Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo e del presidente dell'Istituto agrario di San Michele all'Adige di Trento, Francesco Salamini.

Paolo De Castro, già consigliere di amministrazione dell'Istituto agrario di San Michele all'Adige, ha spiegato che la Fondazione Edmund Mach ha svolto importanti passi avanti nella ricerca genetica. "E' una delle frontiere più importanti sui cui occorre investire, tra l'altro in un periodo in cui il tasso di crescita della domanda mondiale di cibo è doppio rispetto all'offerta. Dietro questa grande sfida non può che esserci la ricerca".

Francesco Salamini ha spiegato che la conoscenza del genoma introduce una nuova lingua e a questa tutti i biologi si devono uniformare per non essere tagliati fuori da una parte rilevante della ricerca del futuro. "Si è aperta una porta, è comparso un universo. Questa sarà la lingua della biologia del futuro".

All'evento, coordinato da Silviero Sansavini, sono intervenuti i ricercatori di San Michele Riccardo Velasco e Michela Troggio che hanno parlato rispettivamente di genoma del melo e genetica comparata delle rosacee, Stefano Tartarini e Silvio Salvi dell'Università di Bologna sullo sviluppo di mappe e marcatori molecolari e sulla selezione assistita da marcatori nell'era post-genomica.