Sebbene la Romagna non sia più da tempo il baricentro della peschicoltura italiana e la drammatica crisi dei mercati ne abbia svalutato la valenza e in parte l’interesse degli operatori, le due Camere di commercio di Forlì-Cesena e Ravenna, hanno organizzato a Cesena, con la collaborazione di Cesena Fiera, il XXVI° Convegno peschicolo, nato a Ravenna nel 1955.
E' infatti opportuno offrire ai tecnici, agli imprenditori agricoli e soprattutto ai decisori politici, un’analisi descrittiva dello stato dell’arte della peschicoltura, o meglio dell’intera filiera peschicola, sia per gli aspetti relativi alle tecniche in uso e alle innovazioni in arrivo o auspicabili, sia per  gli aspetti economici, organizzativi e di mercato.
 
Il convegno è strutturato in due giornate, 5 e 6 novembre 2009.
Nella prima giornata viene fatto il punto su ciascuna delle cinque branche fondamentali per il comparto produttivo: miglioramento genetico e nuove varietà, efficienza degli impianti e forme di allevamento adatte ad esaltare la qualità delle pesche, gestione del suolo, della concimazione e dell’irrigazione, difesa e certificazione sanitaria, post-raccolta, definizione e mantenimento della qualità.

Nella seconda giornata saranno affrontate le tematiche connesse al mercato, alla competitività del sistema produttivo, nazionale e regionale, all’organizzazione commerciale e ai consumi. Si analizzano i punti di forza e di debolezza del comparto, nonché le opportunità e le minacce che possono caratterizzarlo, alla luce anche di quanto espresso dalle normative comunitarie in materia (nuova Ocm ortofrutta), recentemente recepite dal Piano strategico nazionale 2009-2013.
 
La giornata si chiude con una tavola rotonda che vuole riunire coloro che operano nella filiera peschicola, dalle Apo ai rappresentanti della Gdo fino all’Unione nazionale consumatori.
"Siamo purtroppo tornati alle problematiche di quattro-cinque anni fa - affermano Carlo Pirazzoli e Silviero Sansavini, Università di Bologna - per cui occorre non solo fronteggiare la crisi con interventi strutturali, come il ridimensionamento dell’offerta, ma anche agire energicamente nel comparto produttivo per aiutare le aziende ad introdurre gli strumenti innovativi necessari per l’adeguamento tecnologico attraverso le Op e loro associazioni, contributi Ocm e Psr, assistenza tecnica, crediti di esercizio, tutela commerciale e formazione di mercato. Molto dipenderà anche dalla capacità di azione delle Op, attraverso cui sono erogati i contributi europei, per organizzare offerta e distribuzione e la gestione della massa critica".
"Se, nonostante i necessari interventi, nei prossimi due anni la situazione dei mercati e dei consumi non consentisse un riequilibrio nella formazione dei prezzi - concludono - molte aziende  scomparirebbero, creando nel Paese rilevanti problemi socio-economici e strutturali e facendo aumentare le nostre dipendenze agricole e frutticole dall’estero. Un guaio non da poco".

Giovedì 5 novembre 2009
Tecniche innovative per la gestione integrata e la qualità del prodotto
· Genetica e miglioramento varietale
· Interazione ambientale e governo dei pescheti
· Gestione risorse suolo
· Difesa e sostenibilità della cotura
· Post-raccolta e qualità dei frutti
 
Venerdì 6 novembre 2009
Economia - Mercato - Governo - Associazionismo
· Competitività e mercato
· Associazionismo e organizzazione.
 
Tavola rotonda interprofessionale su: Criticità della filiera peschicola
P. Bruni, presidente Tor - Tavolo ortofrutticolo regionale, Bologna 
C. Gamberini, Responsabile nazionale ortofrutta - Conad, Bologna 
M. Gardini, presidente Conserve Italia, S. Lazzaro, Bologna 
C. Dalmonte, presidente Cav, Faenza - Tebano 
D. Caccioni, Responsabile Marketing Associazione dettaglianti 
G. Bonora, Direttore generale di Cpr System, Gallo, Ferrara
R. Gherardini, Unione nazionale consumatori 
Conclusioni: Carlo Pirazzoli, Deiagra - Università di Bologna