La raccolta è iniziata con largo anticipo già nei giorni successivi al ferragosto. La prima valutazione del prodotto raccolto conferma un calo di circa il 30% rispetto al 2006. Si tratta di un risultato atteso, anzi inferiore a quanto temuto, in parte per il fenomeno dell’alternanza rispetto alla produzione record dello scorso anno (oltre 17.000 tonnellate). Inoltre si devono considerare gli effetti di una stagione difficile: prima una primavera senza precipitazioni; a fine maggio violente grandinate in alcune zone hanno letteralmente “spogliato” le piante anche delle foglie; infine, proprio durante la raccolta, nubifragi hanno reso impraticabile il terreno, ostacolando le operazioni di andanatura e di raccolta.
Nonostante le bizze cui il tempo ci ha ormai abituati, si prospetta una buona qualità: calibri elevati, buona resa allo sgusciato e bassa percentuale di “cimiciato” (i frutti amari in seguito alla puntura delle cimici). La qualità elevata della Tonda Gentile e la scarsa produzione anche nei Paesi tradizionalmente concorrenti costituiscono le premesse favorevoli per una campagna di commercializzazione che saprà valorizzare il prodotto e remunerare il lavoro degli agricoltori della collina.
In un recente Convegno Nazionale sulle prospettive del nocciolo, svoltosi a Castelnovo nell’Appennino Reggiano, sono state presentate le ricerche svolte dal Creso – Consorzio di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese, che ha riportato un gruppo di ricercatori a lavorare presso l’Azienda Sperimentale “Nasio” di Cravanzana. La ricerca e l’innovazione iniziano a dare i loro frutti: i coltivatori di nocciole associati ai centri di consulenza tecnica che operano sul territorio sono informati “in diretta” sulla evoluzione delle malattie che rischierebbero di compromettere la qualità delle nocciole. La difesa dei noccioleti diventa così più efficace e sostenibile sotto l’aspetto ambientale.
Proseguono intanto gli studi sul valore nutrizionale della Tonda Gentile delle Langhe, la varietà di nocciole coltivata in Piemonte, già apprezzata per i pregi gustativi. Interessa in particolare l’elevato contenuto in vitamina E, le cui proprietà antiossidanti si esplicano contro i radicali liberi, veri killer in circolazione nel nostro organismo, ed esercitano un’azione antietà. Inoltre la ricchezza di acidi grassi insaturi rende la composizione della nocciola piemontese simile a quella dell’olio extravergine di oliva.
Buone prospettive di mercato per la nocciola di qualità, quale quella certificata dall’Igp (Indicazione geografica protetta) si leggono anche nella crescita dei consumi, specie da parte dell’industria dolciaria. In molte pasticcerie artigianali è facile trovare invitanti pacchetti di nocciole tostate sotto vuoto accanto alle più tradizionali torte di nocciole o pasticcini alla nocciola. Sicuramente l’aroma della nocciola tostata, che ricorda quello del pane appena sfornato, è un invito sfizioso al consumo dello snack.
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Fonte: Creso - Consorzio di ricerca sperimentazione e divulgazione per l'ortofrutticoltura piemontese