L'acqua è una risorsa cruciale in tutte le colture, ma in quelle irrigue rappresenta anche una importante voce di costo. Lo sanno bene i frutticoltori, che durante la stagione vegetativa sono costretti ad irrigare frequentemente le piante per sostenerne la produttività.
L'acqua è una voce di costo ancora più rilevante per quelle aziende agricole che si trovano in zone montane, costrette ad affrontare costi energetici maggiori rispetto a chi sta in pianura. Pompare acqua all'interno di tubazioni poste ad altitudini differenti richiede infatti moltissima energia.
Per ottimizzare l'impiego della risorsa idrica (e risparmiare energia) è nato il progetto SmartLand che coinvolge il Centro di Sperimentazione Laimburg, il Sudtiroler Beratungsring (il Centro di Consulenza per la Fruttiviticoltura) e l'azienda Alperia, il più importante fornitore di elettricità della provincia di Bolzano. Nel progetto sono stati coinvolti anche sessanta produttori di mele, un settore economico importantissimo per questa regione che da sola produce oltre la metà delle mele del Paese.
Il progetto SmartLand
"SmartLand è un progetto di irrigazione 4.0 che ha visto l'installazione in campo di 120 tensiometri. Si tratta di sensori in grado di misurare la disponibilità di acqua nel suolo e sono dunque utili per capire se i meli hanno bisogno di essere irrigati o meno", spiega Lorenzo Panizzon, tecnico del Centro di Sperimentazione Laimburg.
I sensori, sviluppati da Alperia, inviano le misurazioni ad un gateway grazie al protocollo Lorawan che consente l'invio di pacchetti di dati attraverso un protocollo di trasmissione a bassa frequenza e ridotto consumo energetico (è lo stesso usato per i contatori sui termosifoni casalinghi).
I dati caricati in cloud sono disponibili sotto forma di grafico su smartphone per gli agricoltori e i tecnici aziendali. Quando la curva della disponibilità idrica inizia a scendere avvicinandosi ad un livello critico, l'agricoltore può avviare l'impianto (sempre che non siano previste piogge nell'immediato).
Dal grafico si vede se, a distanza di qualche ora dalla fine del ciclo irriguo, la disponibilità idrica è tornata al livello desiderato, oppure se c'è necessità di modificare la sua durata per garantire un migliore rifornimento. Si ha così un doppio risparmio in quanto si irriga solo quando necessario e si immette nel sistema solo la quantità di acqua utile alle piante.
"Il prossimo step del progetto, che dovrebbe chiudersi a inizio 2024, prevede lo sviluppo di valvole intelligenti in grado di essere azionate da remoto dall'agricoltore e potenzialmente anche in maniera automatica dalla piattaforma", conclude Panizzon.
Risparmio idrico ed energetico
Se si considera che metà dell'acqua potabile in Alto Adige è impiegata in agricoltura, si capisce bene quale risparmio queste soluzioni potrebbero generare. "Ogni azienda agricola è unica e dunque è difficile offrire delle stime sul risparmio idrico, tuttavia possiamo dire che è possibile risparmiare fino a circa un 30% di acqua", sottolinea Panizzon.
Nella provincia di Bolzano l'acqua è fornita agli agricoltori dai consorzi a costi contenuti dove l'erogazione avviene a gravità. In questo caso il risparmio di acqua non incide direttamente sulle tasche degli agricoltori. In altri casi invece, dove per l'irrigazione si rende necessario l'utilizzo di pompe, il risparmio è diretto.
"In molti ci hanno ringraziato per avergli fatto risparmiare gasolio", racconta Panizzon. "Ma anche laddove non c'è un risparmio diretto, il settore nel suo complesso potrebbe diventare più efficiente e sostenibile se tutti adottassero queste soluzioni".
Se si guarda al settore primario a livello Paese, l'esperienza altoatesina acquista ancora maggior valore. In molte aree gli agricoltori captano l'acqua da corpi idrici superficiali, oppure da pozzi. Mentre altri sono allacciati alla rete ma pagano al consumo. In questi casi un uso più accorto dell'acqua rappresenta un risparmio sulla bolletta energetica sensibile e immediato.