Aveva fatto un certo scalpore l'annuncio, arrivato più di un anno fa, che il Canada aveva autorizzato il primo vaccino anti covid-19 sintetizzato da una pianta. Eppure utilizzare i vegetali come biofabbriche è la nuova frontiera dell'innovazione.

 

Le piante, come anche i batteri, i funghi o le alghe, sono organismi estremamenti efficienti nel produrre molecole di interesse per l'uomo. D'altronde la civiltà è nata con l'agricoltura e per millenni gli agricoltori hanno sfruttato muffe e batteri per trasformare la materia (si pensi ai lieviti che fermentano il mosto producendo il vino).

 

"Il Future Farming è una nuova entusiasmante opportunità che l'umanità ha davanti", racconta Carlo Bagnoli, docente di Innovazione Strategica presso il Dipartimento di Management dell'Università Ca' Foscari Venezia, che guiderà il progetto Future Farming - Innovation Technology Infrastructure.

 

Le piante come biofabbriche, benvenuto Future Farming

Il progetto Future Farming, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) con 10 milioni di euro, ha proprio come obiettivo quello di sviluppare una infrastruttura di ricerca pre industriale e di trasferimento tecnologico volto ad attirare progetti e ricercatori da tutto il mondo.

 

I campi di applicazione sono molteplici: dai biomateriali alla farmaceutica, dal FoodTech alla space economy e oltre. Nell'ambito del progetto nascerà una società mista pubblico privato che coinvolgerà, oltre all'Università Ca' Foscari, anche Zero, Azienda innovativa di Pordenone che sviluppa tecnologie proprietarie e brevettate per il vertical farming (e che apporterà altri 10 milioni di capitale).

 

"Le vertical farm sono l'ambiente ideale per far crescere le piante al fine di produrre le molecole di nostro interesse", speiga Bagnoli. Le biofabbriche si basano infatti sull'impiego di piante geneticamente modificate (ad esempio attraverso le Tecnologie di Evoluzione Assistita) che all'interno delle vertical farm possono essere monitorate e crescere in un ambiente privo di avversità, in cui è possibile fornire in maniera precisa nutrienti e un'atmosfera controllata.

 

"Quello che ci è piaciuto di Zero è il loro approccio modulare, che permette la scalabilità dei progetti che andremo a sviluppare", sottolinea Bagnoli. "Grazie alle loro vertical farm possiamo coltivare piante, ma anche batteri, funghi e alghe in ambienti protetti e controllabili in qualunque parte del globo".

 

Zero cofinanzierà il 51% della realizzazione dell'infrastruttura e ne gestirà in futuro le attività di ricerca, coadiuvata da Ca' Foscari e da altre università del Nord Est che verranno invitate a far parte del comitato tecnico scientifico. L'infrastruttura di ricerca sarà localizzata in due sedi, la principale in Veneto, e una secondaria in Sardegna.

 

La sede principale, operativa entro la fine del 2023, si svilupperà su una superficie di circa 5 ettari in cui saranno realizzati i laboratori di ricerca e gli spazi per accogliere i ricercatori e le azienda partner.

 

Future Farming, le piante al centro dell'innovazione

Future Farming ha infatti l'aspirazione di aprirsi al mondo, attirando aziende e talenti. Le industrie potranno trovare in Future Farming le infrastrutture e il knowhow per far sviluppare innovazioni utili al proprio business. Mentre startup e ricercatori potranno sottoporre i propri progetti che, se ritenuti meritevoli, potranno essere sviluppati e accedere all'ecosistema di VeniSIA, l'acceleratore di innovazione sostenibile di Ca' Foscari basato nel centro storico di Venezia.

 

"Questo progetto, che punta sulla forza del modello misto pubblico privato per accelerare il processo di trasferimento tecnologico tra accademia e mercato, si basa sulla rivoluzione del Nature Co-Design: l'incontro tra biologia, chimica, scienza dei materiali e nanotecnologia per fare leva sulla natura come piattaforma manifatturiera a livello atomico", sottolinea Carlo Bagnoli.

 

"Il fine ultimo dell'infrastruttura di Future Farming è creare un ecosistema inclusivo che coinvolga con una formula originale università e attori di mercato mettendo al centro il ruolo del capitale umano: siamo determinati a trattenere e attrarre talenti (ricercatori, scienziati, inventori) per sviluppare soluzioni alle maggiori sfide di sostenibilità a livello globale".