Lo starter ha dato il via, il nuovo Fondo Nazionale AgriCat per i Rischi Catastrofali (gelo e brina, siccità e alluvione) con la nuova programmazione Pac è di fatto partito, anche se il momento cruciale per gli agricoltori sarà quello della presentazione delle domande di aiuto Pac, presumibilmente a maggio.
Per chi fosse stato distratto, c'è un nuovo strumento di gestione del rischio agricolo, il Fondo AgriCat, appunto, che ha lo scopo di allargare la platea degli agricoltori che si assicurano e che prendono in considerazione una gestione del rischio agricolo attiva. Da sempre infatti il nostro Paese si contraddistingue per uno squilibrio fra le aziende che si assicurano, con la concentrazione di queste in certi territori e per alcune specifiche colture. Con la crisi climatica che preme e che mette a dura prova la tenuta delle aziende agricole, era necessario intervenire.
Il nuovo Fondo Nazionale AgriCat è stato il grande protagonista del 15esimo Convegno nazionale sulla gestione del rischio in agricoltura, un evento organizzato dal Centro per lo Sviluppo Agricolo e Rurale (Cesar) e Asnacodi, in collaborazione con Ismea e l'Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici (Ania). Durante il convegno che si è tenuto ad Assisi lo scorso 10 febbraio, grazie agli interventi di Ismea, sono stati chiariti molti punti del funzionamento del Fondo AgriCat istituito con la Legge 234 del 2021.
Leggi anche Gestione del rischio, il 2023 è l'anno della rivoluzione
Il Fondo AgriCat darà una copertura di base, per i soli rischi catastrofali, a tutte le aziende agricole che percepiscono gli aiuti diretti Pac. È finanziato al 70% da fondi pubblici e al 30% dagli stessi agricoltori, attraverso un prelievo obbligatorio dai contributi del Primo Pilastro Pac.
L'Italia è il primo Stato europeo a sperimentarlo, nel 2022 Ismea ha condotto prove sul campo e fatto simulazioni di funzionamento su casi reali proprio per poter essere pronti al via il primo gennaio 2023. A gestire il Fondo è AgriCat Srl, Società costituita la scorsa estate da Ismea. A disposizione per i risarcimenti ci sono circa 350 milioni di euro all'anno, eventuali residui non utilizzati in un'annata saranno riportati all'annualità successiva, il Fondo AgriCat avrà così una disponibilità finanziaria maggiore. È bene ricordare infatti che, in quanto Fondo, agisce e risponde fino a capienza.
Un'altra precisazione fondamentale, perché gli agricoltori non si facciano illusioni, è quella fatta da Andrea Berti, direttore di Asnacodi, durante il convegno: il Fondo AgriCat rappresenta una base per entrare nella logica della gestione del rischio. Con AgriCat non si è completamente coperti rispetto ai rischi catastrofali, le assicurazioni agevolate e gli altri strumenti restano quindi importanti e complementari. "Il Fondo AgriCat come valore in rischio rispetto alla polizza tradizionale, per il calcolo utilizza degli indici di costi che valgono circa il 60% dello standard value. Ciò significa - ha sottolineato Berti - che il Fondo mette in protezione il 60% del valore di quel che tendenzialmente assicura l'impresa agricola. Di questo valore in rischio la potenzialità massima di risarcimento, a seconda che il prodotto sia seminativo od ortofrutticolo, varia dal 10 al 15%, esclusi i nuovi assicurati che hanno la premialità del 5%. Calcolando l'effettivo massimo indennizzo del Fondo quindi parliamo del 10 o 15% per i seminativi del 60% del valore dello standard value. L'indennizzo massimo che potrà riconoscere AgriCat varia quindi dal 6 al 9% del valore che oggi tutti considerano il valore assicurabile con le polizze agevolate. Va considerato come uno strumento di consapevolezza per valutare il proprio rischio e strutturare le coperture".
AgriCat intende infatti coprire le aziende agricole rispetto ai rischi catastrofali esclusivamente per quanto riguarda i costi variabili sostenuti per la produzione. Si intende raggiungere il punto di pareggio medio, per prodotto e per area colpita dall'evento, secondo valori indice stabiliti in precedenza. Il valore indice è quindi una quota del ricavo medio unitario per prodotto sufficiente a coprire i costi variabili di produzione.
Nell'anno di sperimentazione si è lavorato sul meccanismo con il quale il Fondo indennizzerà, a partire da quest'anno, coloro che ne hanno diritto nel momento in cui un evento catastrofale si verifica. Ismea ha lavorato su 85mila aziende agricole, in tredici province per tredici prodotti. Il territorio italiano è stato suddiviso in circa ottocento aree agrarie omogenee per quanto riguarda gelo, brina e siccità. È stato suddiviso in bacini idrografici invece per il rischio alluvione.
Al verificarsi di un trigger event, un evento avverso che abbia superato un parametro previsto, che sarà definito nell'imminente regolamento del Fondo AgriCat (che ancora manca), i beneficiari presenteranno denuncia. Le perizie dei tecnici per stabilire se ci sia o meno diritto al risarcimento saranno fatte a campione, nel caso l'azienda non sia assicurata. Farà invece fede la perizia della compagnia assicurativa nel caso in cui l'azienda che ha subìto il danno sia assicurata. Il Piano Nazionale di Gestione del Rischio, appena approvato, ha stabilito al capo V la soglia di danno per l'accesso al risarcimento da parte del Fondo AgriCat, le franchigie e i limiti di indennizzo. Le macroaree sono due: colture permanenti, orticole e vivai (ad esclusione di agrumi e olive), seminativi e altre colture (compresi agrumi e olive). È prevista una premialità nell'alzare il limite di indennizzo per chi nel 2023 si assicurerà per la prima volta. Per quanto riguarda la soglia, si accede con danno al 20% per tutte le colture. Cambiano invece le franchigie che sono 30% per colture permanenti e 20% per seminativi e altre colture. I limiti di indennizzo sono fissati al 40% nel primo caso e al 35% nel secondo, con sempre un 5% di premialità e quindi una maggiorazione di indennizzo per i neo assicurati.
Al momento la Società AgriCat sta lavorando su un portale per la presentazione delle denunce di sinistro. Essendo un sistema molto complesso la tecnologia sarà fondamentale perché tutto funzioni; il sistema, idealmente, scambierà dati anche con Agea, l'organismo pagatore per i fondi europei. Il regolamento del Fondo è praticamente pronto e dovrà esserlo in tempo per la domanda unica Pac. Per il futuro, hanno sottolineato praticamente tutti gli intervenuti, si dovrà lavorare all'integrazione stretta fra Fondo AgriCat e mondo assicurativo, il Fondo non intende sostituirsi alle assicurazioni contro i rischi catastrofali, ma lavorare parallelamente in modo complementare.