La giornata di ieri, 21 settembre 2022, è stata contrassegnata da una particolare attenzione della politica agricola nazionale sul tema del credito agrario incentivato, in vari modi declinato. Tre in particolare gli argomenti che hanno tenuto banco ieri, eccoli. 

 

È stata perfezionata la convenzione tra Ministero delle Politiche Agricole e Cassa Depositi e Prestiti per il lancio del nuovo bando dei contratti di filiera, principale misura del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a favore del comparto agroalimentare, un'operazione destinata potenzialmente a raggiungere un valore complessivo di circa 2 miliardi di euro.
 
 Al tempo stesso il deputato Giuseppe L'Abbate, già sottosegretario all'Agricoltura, ha tracciato il bilancio dell'operazione Progetto Credito parte integrante del Decreto Cura Italia: ha contribuito ad alimentare operazioni di credito agrario sotto garanzia per 6.400 milioni di euro.

 

Ma oltre alle garanzie ci sono le moratorie sui prestiti in essere, concesse dalla Ue durante la pandemia, e che stanno per scadere; ma andrebbero prontamente rinnovate, diversamente molte aziende sono a severo rischio chiusura. È questo l'appello lanciato dal presidente dell'Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, al Governo italiano, affinché perori la causa a Bruxelles, una richiesta prontamente rilanciata dal presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che l'ha declinata per il settore agricolo: oggi ancora più esposto ai rinnovati venti di guerra e di crisi economica.

 

Mipaaf e Cdp, un accordo da 2 miliardi

Sostenere le politiche agroindustriali nazionali e finanziare i programmi d'investimento a favore delle filiere strategiche. Questo l'obiettivo della convenzione sottoscritta ieri, 21 settembre 2022, dal Ministero delle Politiche Agricole e Cassa Depositi e Prestiti che disciplina la concessione dei finanziamenti agevolati a valere sul Fondo Rotativo per il Sostegno alle Imprese e agli Investimenti in Ricerca, nell'ambito del quinto bando promosso dal Mipaaf a favore dei contratti di filiera nel settore agroalimentare e agro-energetico. Il totale delle risorse potrà arrivare a un valore complessivo di circa 2 miliardi.
 
L'iniziativa ha l'obiettivo di finanziare i programmi di investimento rivolti alle filiere strategiche operative in ambito multiregionale, che dovranno essere sostenibili sotto il profilo ambientale e innovative dal punto vista tecnologico. I contratti di filiera rappresentano uno strumento istituito nel 2002 e gestito dal Mipaaf per sostenere le politiche agroindustriali nazionali con specifiche finalità per singoli settori quali: agroalimentare, pesca, forestale, floricoltura e florovivaismo.
 
Nel dettaglio, l'iniziativa prevede un contributo diretto concesso dal Mipaaf utilizzando fino a circa 800 milioni delle risorse del Fondo Complementare al Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza. A tali risorse si aggiungono i finanziamenti agevolati (tasso fisso dello 0,5% annuo) fino a 600 milioni concessi da Cassa Depositi e Prestiti a valere sul Fondo Rotativo per le Imprese, in affiancamento a prestiti di pari importo e durata (fino a 15 anni) erogati dal sistema bancario a condizioni di mercato. Per un totale, appunto, di circa 2 miliardi.
 
La collaborazione tra Cassa depositi e prestiti e Mipaaf ha già consentito di stipulare oltre 350 contratti di finanziamento sui precedenti bandi, per un ammontare di circa 280 milioni di prestiti agevolati a favore di oltre 340 imprese attive nel settore.

 

Mediocredito Centrale, 6.400 milioni di euro di operazioni garantite

"In appena due anni, le operazioni garantite dal Fondo di Garanzia di Mediocredito Centrale per il settore agricolo ammontano a 6.400 milioni di euro. Le regioni più interessate sono Veneto e Lombardia, a pari merito, seguite da Emilia Romagna, Piemonte e Toscana mentre al Sud spiccano Sicilia e Puglia che superano i 400 milioni di impieghi ciascuna". Lo ha dichiarato ieri, 21 settembre 2022, il deputato Giuseppe L'Abbate, esponente di Impegno Civico e già sottosegretario alle Politiche Agricole, parlando del Progetto Credito nato con il Decreto Legge Cura Italia.

 

L'Abbate ha rilevato: "In questi territori, si assiste ad un notevole dinamismo nei rapporti banca impresa, dove gli istituti finanziari hanno compreso la forte capitalizzazione tipica del comparto agricolo che, per questo, necessita di garanzie di questo tipo. Non posso che esprimere, dunque, la mia soddisfazione: si continuano a raccogliere i frutti di una norma che ho fortemente voluto inserire nel Decreto Legge Cura Italia e che ha caratterizzato il Progetto Credito che ho avviato al Mipaaf".


L'Abbate ha inoltre sottolineato come, grazie al Progetto Credito: "Si è garantito credito al settore in un momento di grave difficoltà e si sono poste le basi per la prosecuzione di quel progetto come strumento ordinario, oltre la fase pandemica" ha aggiunto. "Ciò ha permesso, dal 15 marzo scorso, di concedere ulteriori prestiti per 149 milioni di euro in regime de minimis e 43,5 milioni di euro attraverso i regolamenti in esenzione".


Per L'Abbate inoltre "I dati indicano senza dubbio che il Progetto Credito ha salvato un grande ammontare di prestiti all'agricoltura che si sarebbe trovata in grave difficoltà se non fosse stato previsto l'ingresso del settore primario nelle garanzie dirette del Fondo - ha detto ancora L'Abbate -. Sarebbe, infatti, mancato il 16% sui 40,7 miliardi di euro di impieghi totali del settore, con tantissime imprese che non avrebbero avuto quella liquidità necessaria ad affrontare i momenti di difficoltà e a pianificare gli investimenti per aumentare la produttività".

 

Giansanti: "Mantenere le moratorie sui crediti"

E non ci sono solo le garanzie sui crediti da continuare a mantenere, ma anche le moratorie sui mutui introdotte dalla Ue e che stanno per scadere. Elemento che preoccupa il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, il quale ha  rilanciato ieri l'appello del presidente dell'Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, affinché il Governo chieda a Bruxelles l'autorizzazione al rinnovo delle moratorie, concesse nel periodo della pandemia per far fronte alle difficoltà delle aziende, e delle garanzie pubbliche che cesserebbero a fine anno, in un periodo di difficoltà ulteriormente aggravato dall'attuale congiuntura. Questa richiesta dovrebbe rientrare in un intervento più generale, finora mancato, dell'Unione Europea per contrastare gli effetti del caro energia sul sistema delle imprese.

 

"Non possiamo permetterci di indebolire le nostre aziende in un momento così complesso e delicato - ha affermato Giansanti -. La fine delle moratorie sui crediti, sommata all'incremento dei costi di produzione, causerebbe la sospensione dell'attività di moltissime imprese agricole".

 

"Già nei mesi scorsi - ha ricordato Giansanti - il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, aveva segnalato che la dinamica dei costi di produzione risultava insopportabile per le aziende, ma da allora i prezzi sono ulteriormente aumentati". Secondo i dati della Commissione Ue - sottolinea in una nota di Confagricoltura - il caro energia è già costato alle famiglie e alle imprese europee 1.000 miliardi di euro.

 

"L'elevato indebitamento, specie nei settori più energivori, ha comportato squilibri di natura finanziaria e patrimoniale. Occorre evitare che lo stato di difficoltà degeneri - ha aggiunto Giansanti -. Per molte imprese agricole la sospensione delle moratorie sarebbe il primo passo verso la definitiva chiusura dell'attività". Lo stesso organo di vigilanza sul sistema bancario europeo - ricorda Confagricoltura - ha ufficialmente chiesto agli istituti di rivedere gli scenari in funzione del previsto deterioramento della situazione economica


"Le garanzie che chiediamo oggi per le imprese - ha concluso Giansanti - potrebbero evitare nel prossimo futuro costi sociali molto elevati per il Paese e per l'Europa".