Si è concluso con successo il primo anno del progetto europeo "Black to the Future: biochar and compost as soil amendment" cofinanziato dall' European Institute of Innovation and Technology - Eit Food - e coordinato dal Gruppo Caviro.
Black to the future vede coinvolti, insieme al Gruppo Caviro, centri di ricerca, università e startup di quattro Paesi Europei (Università di Bologna, Centro di Ricerca Produzioni Vegetali, Consejo Superior de Investigaciones Scientificas, Cyprus University of Technology e Urban Crop Solutions). 

Il progetto, avviato nel 2021 e rinnovato per il 2022, intende testare le potenzialità di un nuovo ammendante chiamato CBmix, una miscela di compost e biochar, un materiale carbonioso derivato dalla degradazione termica delle potature agricole. 
Il CBmix permette al suolo di accumulare acqua e nutrienti, stimolando la crescita di microflora positiva, rendendo il terreno più resistente alla siccità e alla desertificazione, e portando la pianta a un maggiore equilibrio. È stato realizzato da Enomondo Srl, e sperimentato su alcuni terreni agricoli in Italia, in Spagna, a Cipro e infine in Belgio dove invece è stato testato come substrato per l'agricoltura verticale indoor.

Il progetto non si è limitato tuttavia alla sola sperimentazione scientifica in campo. I ricercatori stanno costruendo un modello di business che vede negli agricoltori non solo i fruitori del prodotto organico bensì anche i fornitori di biomassa di scarto per la produzione di biochar. 
Alla base del progetto c'è infatti l'intento di operare per la diffusione di un modello di economia circolare che coinvolga tutti gli attori della filiera nel riutilizzo degli scarti agricoli e in una gestione sostenibile del suolo.

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Black to the Future vuole prendere in considerazione, inoltre, il sistema del mercato dei crediti di carbonio, ottenuti dall'uso del biochar in suolo, che potrebbero essere prodotti dalle aziende agricole che adottano pratiche di sequestro del carbonio.
Per realizzare tutto questo occorre colmare un gap culturale presente nel settore agricolo; c'è ancora una certa resistenza e impreparazione a comprendere l'importanza di restituire sostanza organica ai terreni. 
Per questo, nel progetto Black to the Future è previsto anche un questionario rivolto agli operatori del settore con l'obiettivo di comprendere le barriere legate all'adozione di ammendanti e fertilizzanti organici e riuscire finalmente a chiudere il cerchio dell'economia circolare.

Per informazioni più dettagliate visitare il sito di Black to the Future


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Progetto "Black to The Future" (ID: 21217-2021) è un progetto cofinanziato da Eit Food