Analizzare la sicurezza alimentare in termini di disuguaglianza economica e di reddito, disparità di genere, ambientale e di risorse naturali.
Questo quanto riportato dalla nona edizione del Global food security index (Gfsi), pubblicato lo scorso 23 febbraio da Economist intelligence unit (Eiu) e sponsorizzato da Corteva Agriscience.
L’indice richiama l’attenzione su lacune di sistema e su come Covid-19 abbia esacerbato il loro impatto sui sistemi alimentari. In base a questi risultati, la sicurezza alimentare mondiale è diminuita per il secondo anno di seguito.

"L’indice rileva le sfide impegnative che ruotano attorno alla sicurezza alimentare ed evidenzia le opportunità per un sistema alimentare globale più forte. E l’agricoltura è al centro di questo sistema - ha dichiarato Jim Collins, chief executive officer di Corteva Agriscience.
"Corteva Agriscience sponsorizza il Gfsi per favorire il dialogo su intuizioni e soluzioni utili ad affrontare l’insicurezza alimentare globale. Siamo orgogliosi di essere tra i principali portavoce di un impegno ben articolato per costruire un mondo più sicuro dal punto di vista alimentare".

Quest’anno, il Gfsi dell’Eiu misura gli indicatori della sicurezza alimentare attraverso i fattori che determinano l’accessibilità, la disponibilità, la qualità e la sicurezza, le risorse naturali e la resilienza, per area geografica. In base ai risultati del report dell’Eiu sull’Europa, il continente è al secondo posto nella classifica globale e si conferma al primo posto per accessibilità degli alimenti. A eccezione dell’Ucraina, tutti i paesi europei adottano importanti programmi di sicurezza alimentare, che sono stati sottoposti a forti pressioni da Covid-19. Nel 2020, la pandemia ha coinvolto anche le forniture alimentari in Europa, riducendo la disponibilità di input a causa della carenza di lavoratori stagionali migranti. Nell’Unione europea, le forniture alimentari sono inoltre state minacciate da Covid-19 a causa del comportamento dei consumatori, che presi dal panico hanno fatto incetta di beni essenziali.

Secondo il report Eiu, l’indice riscontra che la volatilità della produzione agricola in Europa è superiore alla media mondiale. L’instabilità impedisce di prevedere e programmare forniture alimentari costanti. Serbia, Slovacchia e Norvegia sono tra i paesi che evidenziano maggiore volatilità delle produzioni agricole. Tuttavia, l’Europa come area geografica potrebbe riuscire a compensare tale squilibrio con un incremento di infrastrutture e soluzioni tecniche più efficienti. Tenendo a mente questo, aprirsi alle innovazioni rimane cruciale e l’Europa deve impegnarsi seriamente per introdurre nuove misure e pratiche innovative nella gestione agricola per bilanciare questa volatilità e mitigare i rischi.

"In un contesto caratterizzato da pandemia e cambiamenti climatici, il Gfsi di quest’anno si focalizza sulle sfide per la sicurezza alimentare" ha dichiarato Igor Teslenko, presidente Europa di Corteva Agriscience -. L’Italia, con un punteggio generale di 76,6 su una scala da 1 a 100, si attesta in una buona posizione, con ottimi risultati per le categorie: accessibilità, 89,90 punti, qualità e sicurezza, con 88 punti. Ci affidiamo a questi dati per migliorare la sicurezza dei sistemi alimentari, identificare le vulnerabilità e assicurare forniture e risorse alimentari stabili".

Il Gfsi include da quest’anno tra le quattro categorie principali "Risorse naturali e resilienza". Ciò ha comportato un notevole cambiamento nella metodologia, mostrando la resilienza dei sistemi alimentari in rapporto ai cambiamenti climatici. I sotto indicatori di questa categoria comprendono la dipendenza dalle importazioni di alimenti, la gestione del rischio di catastrofi e la crescita prevista della popolazione. In base ai risultati per area del report Eiu, per questa nuova categoria, l’indice ha evidenziato che i paesi europei superano tutte le altre aree geografiche, anche se nella classifica generale l’Europa risulta la più debole dell’indice. Nonostante la maggiore esposizione a siccità e inondazioni, l’Europa è leader globale nella promozione dell’impegno politico per l’adattamento ai cambiamenti climatici.