A dicembre abbiamo seguito con interesse i lavori del COP 24 ovvero della grande conferenza sul cambiamento climatico che si è svolta a Katowice in Polonia, a cui hanno partecipato oltre 200 paesi.
Un argomento mica da ridere (e forse per questo completamente ignorato dalla stampa italiana): con l'aumento della temperatura pronosticato di +3°C a fine secolo non sarebbero in pochi a finire sott'acqua.

Non tutti sono però preoccupati di ritrovarsi sulla battigia: sono note le posizioni degli Stati Uniti e appaiono "giustificate" da ragioni di mero interesse "energetico" quelle di Arabia Saudita, Kuwait e Russia.

Per la Russia però si aggiunge un altro fattore: quello del cibo. Come nota un rapporto di Bloomberg, la Russia oltre che grande potenza energetica è oramai una potenza emergente per il food. La raccolta russa di cereali è in continua crescita e grazie alla svalutazione del rublo le esportazioni, anche verso paesi remoti, volano. La Russia ha esportato 22 milioni di tonnellate nel 2014-2015 e in questa stagione ne esporterà oltre 35 milioni di tonnellate. In forte crescita anche mais e orzo.

Se come prevedono i ricercatori la temperatura media dell'Eurasia crescerà di +3,9 °C entro il 2050 diventeranno perfettamente coltivabili e redditizi 56 milioni di ettari principalmente in Russia (ma anche in Ucraina e Kazachistan).

Come si dice: il male di alcuni può essere il bene di altri.