Si torna a parlare di etichettare come pericolosi gli alimenti che hanno un elevato contenuto in sale, grassi e zucchero. A farne le spese sarebbero molte eccellenze del made in Italy.

Si continua a chiedere una semplificazione per le procedure fiscali. Nel frattempo è in arrivo la fattura elettronica. E crescono le incertezze per la sua applicazione in agricoltura.

C'è una forte contrazione nella coltivazione del mais. Ma nel frattempo si guarda con sempre maggiore interesse al sorgo.

Sensibile in alcune aree la contrazione della produzione di olio. Colpa del maltempo, ma anche della Xylella. Mentre continuano i danni dell'invasione di cimici asiatiche.

Prezzi in flessione per il vino dopo l'abbondante vendemmia, mentre deludono i risultati ottenuti nelle esportazioni verso la Cina.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Le etichette della discordia

Si torna a parlare dell'introduzione delle etichette a semaforo sui prodotti agroalimentari e ancora una volta a farne le spese sarebbero alcune eccellenze del made in Italy, "colpevoli" di contenere chi troppo sale, chi troppo grasso.

Accade, ad esempio, per il Parmigiano Reggiano o per i tanti prosciutti a denominazione d'origine.
A spingere in questa direzione è un gruppo di paesi e l'Onu, per il tramite dell'Organizzazione mondiale della sanità, se ne è fatta interprete, sostenendo la tesi di chi vorrebbe che su questi prodotti venga apposta una indicazione di "pericolosità".

Una scelta che sembra celare interessi commerciali più che attenzione alla salute e molti sono i quotidiani che hanno espresso forti critiche verso questa proposta. Fra questi “Il Sole 24 Ore” del 13 novembre, cui ha fatto seguito il giorno seguente “Italia Oggi”.

Torna sull'argomento "Il Sole 24 Ore" del 15 novembre per dare la parola a Gian Lorenzo Cornado, ambasciatore italiano presso la Rappresentanza permanente Onu, a Ginevra.
L'impegno in difesa del cibo italiano, spiega Cornado, è continuo e si dice convinto che alla fine prevarrà la linea sostenuta dall'Italia. Ora le discussioni continuano, per concludersi il prossimo 14 dicembre.

Come se non bastasse, i ricercatori inglesi si sono cimentati nello studio di una tassa sulla carne.
Anche in questo caso le motivazioni sono dubbie, si pensa alla salute, al mercato o alle casse dello Stato?
Idea comunque folle secondo “QN” del 13 novembre, che all'argomento dedica una breve nota.


Di tassa in tassa

A proposito di tasse, “Italia Oggi” del 9 novembre dà la parola ad Anutel, l'associazione che riunisce gli uffici che si occupano di tributi locali, che propongono una semplificazione delle procedure.

Forse non sarà una semplificazione, ma promette di essere di aiuto il prossimo arrivo della fattura elettronica, mentre sorgono i primi interrogativi sulla sua applicazione.
Il caso delle cessioni alle cooperative è preso in esame il 14 novembre da “Il Sole 24 Ore”, che specifica la possibilità delle coop di emettere fattura per conto dei propri associati.

Anche nel 2019 gli agricoltori saranno esentati dalla certificazione antimafia, notizia che si apprende da “Italia Oggi” del 9 novembre e ancora su “Italia Oggi”, del 10 novembre in questo caso, si legge che la banca dati antimafia è ora collegata telematicamente con il sistema agricolo nazionale, per evitare che gli aiuti comunitari vadano nelle mani sbagliate.
 

Meno mais, più sorgo

Cresce l'attenzione per la coltivazione del sorgo, cereale che sembra adattarsi ai cambiamenti climatici in atto.
Ne parla il 10 novembre “Il Resto del Carlino” per anticipare alcuni contenuti di un incontro internazionale che si è recentemente svolto a Milano.
Sulla scia di questo incontro anche “Italia Oggi” il 14 novembre indica il sorgo come una importante risorsa per il futuro.

E' invece una situazione difficile quella che si delinea per il mais.
Lo si apprende l'11 novembre da"Il Messaggero" che prende in esame l'andamento della coltura di questo cereale in Europa.

Una risposta alla crisi del mais, afferma “L'Arena” del 12 novembre, può arrivare dalle nuove tecnologie sull'editing genetico, quelle stesse che la Corte europea ha però equiparato agli Ogm.


Olio e Xylella

Fra i settori in difficoltà c'è poi l'olio, che stando alle stime del “Corriere della Sera” del 10 novembre vedrà quasi dimezzata la produzione rispetto all'anno passato.
Colpa del maltempo, ma anche degli attacchi di Xylella che ha messo in ginocchio la produzione pugliese.

A proposito della Xylella, “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 9 novembre riferisce che la Commissione europea ha deciso di censire, utilizzando le immagini satellitari, gli ulivi colpiti da questo patogeno.

Nello stesso giorno “Il Quotidiano di Puglia” esprime forti critiche per l'atteggiamento della politica nei confronti di questa emergenza.
Altre critiche, ancora sul "Quotidiano di Puglia", in questo caso del 14 novembre, vengono espresse a proposito dell'impiego dei principi dell'agricoltura biodinamica utilizzata contro questa patologia. Argomento questo ultimo al centro di un convegno in programma a Milano.

La vicenda Xylella è approdata in questi giorni alla Commissione Agricoltura della Camera dove è stato ascoltato il governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ha affermato fra l'altro di non aver mai preso posizione contro il "Piano Silletti", a suo tempo commissario straordinario per la lotta al patogeno.
I dettagli si possono leggere il 15 novembre sulla "Gazzetta del Mezzogiorno".


Cimici asiatiche

In tema di emergenze fitosanitarie va poi ricordata la cimice asiatica, i cui attacchi hanno determinato forti danni alle coltivazioni di pere, come ricorda “L'Arena” del 10 novembre.

Contro questo insetto alieno, spiega "Il Messaggero" del 12 novembre, si stanno tuttavia sperimentando nuove forme di lotta.
Fra queste desta interesse l'impiego come insetto antagonista di una sorta di formica alata che appartiene alla stessa famiglia delle vespe.
 

Vino in affanno

Qualche difficoltà si intravede anche per il settore enologico.
Un primo allarme arriva dal “Corriere della Sera” del 9 novembre, che ospita la denuncia di Assoenologi a proposito della caduta dei prezzi conseguente alla buona produzione di uve e soprattutto alle manovre speculative attuate sui mercati.

Un mercato interessante per i nostri vini è ovviamente quello cinese.
Ma da quanto si apprende l'11 novembre da “La Stampa”, la nostra quota di mercato si ferma al 6%, contro il 20% ottenuto dai francesi sulla piazza di Hong Kong.
Ma la Francia ci supera, in quanto a export di vini, non solo sui mercati dell'Est, ma a livello globale.
Il valore dell'export francese, scrive "Il Manifesto" del 15 novembre, supera i nove miliardi di euro, mentre il nostro si ferma a 6 miliardi.

Qualche problema ai nostri vini potrebbe poi giungere dal trattato di libero scambio che l'Unione europea ha intenzione di siglare con il Giappone.
L'assenza dell'origine dall'etichetta, scrive “Il Giorno” dell'11 novembre, potrebbe favorire i falsi, in grado così di crescere a dismisura.

Scoprire i falsi è però diventato molto più semplice.
Lo scrive “Il Messaggero” del 12 novembre descrivendo una nuova applicazione che consente con una semplice fotografia alla bottiglia di verificare se il vino è contraffatto.

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