La nuova mietitura vede crescere i prezzi del grano duro fino nazionale all’ingrosso del 12,19% rispetto alle ultime quotazioni, mentre restano invariati i prezzi in campagna. Una vera e propria forbice, alla quale si affianca un altro dato: i prezzi all'origine del cereale pastificabile oggi perdono il 10,86% rispetto ad un anno fa.
 

Prezzi all'ingrosso

Succede a Foggia, dove il grano duro fino all’ingrosso della nuova mietitura ha messo a segno ieri – 27 giugno 2018 - la prima quotazione, rilevata alla Borsa merci della Camera di commercio dall’Osservatorio prezzi: 225,00 euro a tonnellata sui valori minimi e 230,00 di prezzo massimo alle condizioni di “franco partenza luogo di stoccaggio” per il cereale in buone condizioni e con un contenuto proteico minimo del 12,5%.

Un esordio all'ingrosso per il cereale di qualità pastificabile positivo, se confrontato con il prezzo massimo di 205 euro spuntato il 23 maggio scorso, rispetto al quale la nuova mietitura guadagna ben 25 euro alla tonnellata. Eppure, questo prezzo è al di sotto dei valori registrati il 28 giugno dello scorso anno, quando era già attestato a 230 euro alla tonnellata sui minimi e 235 sui massimi e con una tendenza già orientata a quel rialzo che sarebbe durato fino a fine agosto.
 

Prezzi all'origine

Ismea, intanto, ha rilevato il 20 giugno 2018 i prezzi all’origine del grano duro fino pari a 200 euro a tonnellata sui valori minimi e 205,00 sui massimi alle condizioni di “Franco magazzino - partenza”: sono gli stessi della vecchia mietitura, fermi dai primi di maggio. Il confronto coi prezzi dello scorso anno è in questo caso ancora più deludente: all’inizio della mietitura 2017 Ismea rilevava sulla pizza di Foggia il 21 giugno i prezzi del grano duro fino a 225 euro tonnellata sui valori minimi e 230 sui massimi: 25 euro più di quest’anno.

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Le attese dei mercati e la riduzione dell'import

Il mercato all’ingrosso in questa fase sembra orientato a prevedere una situazione di scarsità del cereale pastificabile nazionale, legata ai temuti ingenti danni che sarebbero accorsi ai raccolti in fase di mietitura un po’ in tutta la Puglia ed in particolare nelle aree vocate della Capitanata. E del resto danni si segnalano anche in altre regioni vocate.

Inoltre, il mercato all'ingrosso continua a registrare una diminuzione delle importazioni dai paesi extra Ue-28 anche nel mese di maggio. Nello scorso mese - secondo la più recente analisi svolta da Borsa merci telematica italiana sui dati della Commissione europea - gli arrivi sono stati pari a 90mila tonnellate, il 30% in meno rispetto a dodici mesi prima. Ancor più marcato il calo dall’inizio del 2018: dal 1 gennaio al 31 maggio le importazioni sono scese del 64% rispetto allo stesso periodo del 2017: da 744mila a 271mila tonnellate. 

Fatto sta che la previsione ed il timore di un raccolto nazionale scarso, unito alla decisa flessione delle importazioni di grano duro, non trovano ancora riscontri apprezzabili nei prezzi rilevati in campagna da Ismea, segno evidente che il mercato all’origine non avverte, nel concreto, almeno per ora, la scarsità del prodotto di alta qualità, né una maggiore pressione della domanda legata alla riduzione dell'import di grano duro pastificabile extracomunitario.