I prezzi all'origine restano ancora ben lontani dal raggiungere la linea di pareggio delle aziende cerealicole, rispetto alle ultime quotazioni della mietitura 2016, orientativamente calcolata intorno ai 300 euro alla tonnellata. Il progresso è sicuramente significativo e legato alla scarsità del raccolto nazionale visto che le quotazioni all'ingrosso del 28 giugno, a mietitura di pianura ormai conclusa, tendono ancora al rialzo sui valori massimi.
Alla Borsa merci della Camera di commercio di Foggia, il 21 giugno scorso, il grano duro fino – 12,5% di tenore di proteine – nazionale all’ingrosso, mietitura 2017, franco partenza luogo di stoccaggio, ha esordito con quotazioni minime e massime sovrapposte, attestate a 230 euro alla tonnellata, per approdare poi nella seduta di ieri, 28 giugno a 230 sui valori minimi e 235 euro sui massimi, confermando quindi il trend rialzista della seduta precedente.
Si tratta di un incremento del prezzo massimo del grano duro fino nazionale di oltre il 23,6% se si raffronta il prezzo massimo registrato ieri con quello fissato sulla piazza di Foggia dalla Borsa merci della Camera di commercio il 7 giugno scorso: 190 euro alla tonnellata.
E vanno meglio anche i prezzi all’origine: visto che Ismea continuava a rilevare il 31 maggio scorso un prezzo medio all'origine di 192,5 euro per il grano duro fino italiano mietitura 2016, sempre sulla piazza di Foggia. Lo stesso Istituto ha raccolto l’ultimo prezzo medio per questa tipologia di prodotto lo scorso 21 giugno e lo fissa a 227,50 euro la tonnellata, alle condizioni di “franco magazzino di partenza”.
Rispetto alle analoghe quotazioni per il grano duro fino nazionale all’ingrosso del 2016, visto che la seduta del 29 giugno dello scorso anno non vide quotato il cereale, il raffronto è possibile farlo solo con quella del 22 giugno 2016 - quando i valori furono 205 e 210 euro la tonnellata: pertanto la crescita che si apprezza nel 2017 sui valori massimi rispetto allo stesso periodo del 2016 è dell’11,90%.