Le reazioni
"Siamo preoccupati della richiesta del Governo tunisino di rinnovare la concessione temporanea di contingenti d'esportazione di olio d'oliva a dazio zero verso l'Ue, oltre alle quantità tradizionalmente importate. A rischio è il futuro degli olivicoltori italiani, in particolare pugliesi, colpiti da drastici cali delle rese di produzione e dalla continua espansione del batterio della Xylella fastidiosa".Con queste parole ieri, 4 giugno 2018, Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, e la collega Elena Gentile si sono fatti portavoce da Bruxelles delle preoccupazioni del settore italiano ed europeo, mentre il Capo delegazione Patrizia Toia, a nome dell'intero gruppo parlamentare PD, ha scritto in questo senso all'Alto Rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini.
De Castro e Gentile sottolineano che "le licenze di esportazione supplementari a dazio zero erano state accordate dall'Ue alla Tunisia nel 2016 e 2017 per un totale di 70mila tonnellate (ulteriori rispetto alle 56mila tonnellate l'anno concesse dal 1995 in via definitiva NdR), per favorire la stabilità politica dopo i gravissimi atti terroristici subiti da quel paese. Tuttavia quelle quantità sono state utilizzate solo nelle misura del 3,7%, senza portare vantaggio all'economia tunisina, ed è solo un caso fortuito che non abbia determinato gravi problemi nel sud dell'Europa".
"Attenzione però - mettono in guardia gli eurodeputati - le conseguenze negative potrebbero verificarsi invece quest'anno poiché si registrano già forti aumenti della produzione e dell'export di olio d'oliva dalla Tunisia verso l'Ue, ed in particolare verso l'Italia".
Il tema della proroga richiesta da Tunisi è stato sollevato dall'europarlamentare della Lega Nord Angelo Ciocca, che aveva sottolineato: “La proroga del provvedimento non sarebbe tecnicamente attuabile perché andrebbe in contrasto proprio con l’eccezionalità del contingente temporaneo a dazio zero ed inoltre non sono stati riscontrati vantaggi al mercato ed all'economia tunisina nei due anni nei quali il provvedimento è stato attivo”.
“Un eventuale rinnovo – aveva concluso Ciocca - potrebbe solo causare gravi danni al comparto produttivo dell'Europa mediterranea a causa del forte aumento delle esportazioni di olio proveniente dalla Tunisia”.
Contenuto e storia del Regolamento di esecuzione (Ue) 2016/605
Con il voto definitivo dell’aula del Parlamento europeo, il 10 marzo 2016 venne dato il definitivo via libera a quello che sarebbe diventato il Regolamento di esecuzione (Ue) 2016/605 della Commissione adottato il 19 aprile 2016 recante norme per l’apertura e gestione di un contingente tariffario temporaneo di olio d'oliva originario della Tunisia e che modifica il regolamento (CE) n. 1918/2006. Nella sostanza, si consentiva alla Tunisia di esportare in via straordinaria senza dazio verso i paesi Ue 35mila tonnellate anno di olio di oliva in più rispetto al contingente già definito e solo per gli anni 2016 e 2017, per complessive 70mila tonnellate.Leggi anche: Olio tunisino, via libera dell'Europarlamento
Il voto parlamentare aveva fatto seguito all'accordo intervenuto al Consiglio europeo che aveva accolto le richieste del Parlamento di ulteriori garanzie per i produttori olivicoli e oleari europei con il voto favorevole anche dell'Italia. Queste includevano: una valutazione intermedia da parte della Commissione Ue, un impegno ad aggiornare la misura ove avesse danneggiato i produttori di olio di oliva comunitari, la clausola di rintracciabilità obbligatoria per garantire che tutto l'olio d'oliva nell'ambito del contingente sarebbe stato ottenuto interamente in Tunisia e trasportato direttamente da quel paese verso l’Ue.
Il testo approvato risultò però privo dell’ulteriore modifica proposta da Paolo De Castro, e suggerito da questi all’allora ministro per gli Affari esteri, Paolo Gentiloni, nel tentativo di raggiungere un accordo al Consiglio europeo: la concessione di licenze d’importazione verso la Ue mensili, da gennaio a settembre, quantificate in modo da evitare contraccolpi sui prezzi dell'olio comunitario. Lega Nord e Forza Italia il 10 marzo 2016 all'europarlamento votarono contro l'accordo raggiunto al Consiglio europeo.