Particolarmente colpita la zona tra Rutigliano, Conversano, Turi, Casamassima, Noicattaro (Ba), patria dell'uva da tavola, dove sono ingenti i danni al prodotto, alle piante, ai tendoni e ai teli.
"Il marciume acido ha seriamente compromesso la produzione dell'uva da tavola – denuncia il delegato confederale di Coldiretti Bari, Angelo Corsetti.
"Il marciume si è formato per violenti e frequenti grandinate e nubifragi che hanno distrutto fino al 60% del prodotto e le previsioni del tempo non lasciano ben sperare. A fronte dell'aumento del 40% dei costi di produzione che i nostri produttori stanno sopportando per salvare il salvabile, i prezzi dell'uva buona non hanno beneficiato dei minori quantitativi sul mercato e, mentre in campagna si spuntano al massimo 40 centesimi di euro al chilo, in Germania 500 grammi di uva da tavola di Puglia sono commercializzati in questi giorni a euro 4,99".
La Puglia è il primo produttore in Italia di uva da tavola, con il 74% della Plv nazionale e, grazie al contributo pugliese e barese in particolare, l'Italia è il primo produttore al mondo con il 16% sulla produzione globale.
"Chiediamo alle istituzioni di ipotizzare un percorso straordinario – incalza il direttore di Coldiretti Bari, Marino Pilati – per aiutare i nostri agricoltori colpiti da eventi calamitosi di straordinaria gravità, che non può essere il fondo di solidarietà nazionale ormai inadeguato a ristorare le perdite di prodotto.
Sul fronte prezzi, invece, la forbice dal campo alla tavola è larghissima. E riteniamo sia praticabile l'ipotesi di preferire, nel rilascio delle autorizzazioni alla Gdo, quelle strutture che nella loro organizzazione commerciale e quindi nel loro regolamento societario dimostrano di saper valorizzare i prodotti legati al territorio ove si individuino approvvigionamenti di prodotti tipici direttamente dalle imprese locali a vantaggio sia della regione ospitante sia dei consumatori, per cui il prezzo finale non è gravato da ulteriori costi di trasporto".
Le importazioni di uva da tavola in Italia ammontano a 25.000 tonnellate (circa il 3,2% dei consumi interni); di queste, una fetta consistente proviene dall'Europa (49%) e dall'America centro meridionale (circa il 25%), ed in particolare dai sue due principali paesi produttori Cile e Perù. La restante parte proviene dall'Africa (13,5%) ed Asia (4,6%).
Per questo Coldiretti Puglia ribadisce la necessità di intensificare i controlli per verificare l'indicazione obbligatoria dell'origine del prodotto agricolo in etichetta e rilancia l'importanza degli studi condotti in campo agroalimentare che riguardano la definizione dell'impronta digitale dell'uva da tavola pugliese mediante l'analisi metabolomica per evitare che prodotto straniero possa continuare ad essere spacciato per "made in Puglia".
Corsa contro il tempo nelle terre del Primitivo
In provincia di Taranto è iniziata la corsa contro il tempo per sottrarre a muffa e marciume l’uva del vitigno Primitivo che non era stata raccolta per l’inizio delle piogge alluvionali, quantificata dal Consorzio tutela vino Primitivo di Manduria nel 20% delle bacche idonee Doc.
"Le bombe d'acqua dell'ultima settimana – racconta il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo – ci hanno fatto temere il peggio. In campagna gli agricoltori stanno correndo ai ripari, lavorando incessantemente per evitare così muffe e marcescenza. Le condizioni in cui spesso si trovano ad operare sono complicate, perché molte campagne, allagate nei giorni scorsi dalla violenza dei nubifragi, sono tuttora di difficile praticabilità. Per questo chiediamo che i controlli tengano in dovuto conto la condizione di straordinarietà in cui le imprese si trovano".