Nel 2014 Londra ha contribuito al bilancio Ue con 14,1 miliardi di euro, ma dopo la riduzione dell’assegno agricolo di sei miliardi di euro, il suo contributo è sceso a 7,1 miliardi. Inoltre, tenuto conto che “per ogni euro speso nella politica agricola, il Regno Unito ne ritira più della metà, ossia 0,57 centesimi, l’impatto della Brexit sul bilancio della Pac sarebbe limitato a meno del 5%, circa tre miliardi l’anno”.

L’analisi è del think tank di Bruxelles Farm Europe, fondato dal francese Luc Vernet, già nello staff del commissario europeo, Dacian Ciolos.

Secondo Farm Europe, la Brexit nell’area specifica della Politica agricola comune sarebbe “perfettamente gestibile, se però da parte dell’Unione europea ci fosse una reale volontà di intervenire con decisione contro la crisi, che colpisce diversi settori (dal latte all’ortofrutta), anche in seguito all’embargo russo”. Bruxelles, insomma, avrebbe ancora “margini finanziari importanti che gli permetterebbero di intervenire con un piano europeo anti-crisi”.

Alla luce dell’analisi di Farm Europe, l’addio di Londra dall’Ue porterà a un risparmio dei contributi che Bruxelles versa come rimborso per i minori benefici che incontra dai fondi comunitari.
Il Regno Unito contribuisce per il 10,5% al bilancio globale dell’Ue, ma un’analisi più precisa dimostra che fornisce solo il 5% delle voci relative alla Pac.