Il Consorzio di tutela del pomodoro San Marzano e i Comuni di Acerra, San Valentino Torio, San Marzano e Sarno sono i primi enti a mobilitarsi per la campagna #nonuccidiamoilsanmarzano promossa da Coldiretti per sostenere l’allargamento della tutela Dop al prodotto fresco.  La Commissione Agricoltura del comune di Acerra ha predisposto e approvato la delibera che sarà a inizio settimana prossima adottata dal Consiglio Comunale. Tempi brevi per l’adozione anche per i Comuni di Sarno, San Marzano, San Valentino Torio.

Con la delibera si esprime la necessità di estendere l’ambito di tutela della Denominazione San Marzano dell’Agro Sarnese e Nocerino”, oggi riservata al pelato inscatolato, anche al pomodoro fresco prodotto nel territorio dell’Agro Sarnese e Nocerino e si chiede che sia garantito il rispetto del Regolamento n.1151 del 2012 che chiarisce “che non sono possibili indicazioni di etichetta che traggano in inganno i consumatori”.

La delibera è stata già adottata dal Consorzio di tutela del pomodoro San Marzano, da dove il presidente Tommaso Romano torna a ricordare: “Si tratta di un iter separato e lungo - sottolinea - perché occorre predisporre una nuova Dop per il prodotto fresco e perché dobbiamo fronteggiare l'avvenuta registrazione di cultivar di pomodoro presso l’Unione europea con il nome di San Marzano, cosa che il Consorzio di tutela ha già segnalato ai competenti uffici del Mipaaf e che di fatto al momento rende estremamente complessa la vicenda”.

“Ringraziamo il Consorzio, gli industriali e le amministrazioni comunali che in queste ore stanno accogliendo l’appello di Coldiretti a tutela di un’eccellenza del territorio – spiega il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio - Questa è una sfida che portiamo avanti per assicurare un futuro alla “comunità” del San Marzano. Ora inizia il percorso con il ,inistero per le Politiche agricole per far capire il valore straordinario – economico e territoriale - che il pomodoro San Marzano ha per la Campania. Siamo determinati a sottrarre una nostra eccellenza dallo scippo tentato dall’Ue, grazie ad un’intesa tra tutti gli attori della filiera istituzionale.
L’Italia ci è già riuscita scongiurando la liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione, lo stesso dovrà essere per il pomodoro, altrimenti si rischia una pericolosa banalizzazione di uno delle nostre dop più prestigiose”.


L’areale di produzione del San Marzano Dop, esteso su 41 comuni, al momento conta 400 coltivatori certificati. Si tratta di uno dei prodotti più colpiti dal fenomeno dell’italian sounding all’estero (con il Parmigiano Reggiano Dop, la Mozzarella di bufala Dop, il Prosciutto di Parma) declinato in “peeled”, “sauce”, “tomato”: prodotti “taroccati” che nulla hanno a che fare con il San Marzano Dop.