"Chi saranno i futuri export manager?" è il titolo del seminario promosso da Wine Meridian al Wine2Wine di Verona, che mercoledì ha visto la partecipazione  di Andrea Pozzan, responsabile di Competenze in rete ed esperto di recruitment nel settore agroalimentare, e Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma e project leader di Wine Monitor. Durante l'incontro Lavinia Furlani e Fabio Piccoli, rispettivamente direttore editoriale e direttore responsabile di Wine Meridian, hanno presentato un'indagine riguardante le competenze più richieste dal mondo del vino, in particolare per la figura di export manager.  

A un campione di queste figure professionali selezionate, sono state indirizzate alcune domande sulla propria professione. Dalla ricerca si evince come i fattori determinanti per il lavoro di export manager siano innanzitutto la disponibilità a lunghe trasferte, la capacità di relazione e il sapere fare un'analisi economica approfondita dei mercati. Gli aspetti invece più richiesti dalle aziende agli export manager sono l'aggressività, la competizione sui mercati e il risultato veloce. In fase di colloquio pre-assunzione, fra i requisiti c'è innanzittutto l'esperienza pregressa nel settore, la quantità di contatti personali e la conoscenza degli importatori. La focalizzazione dell'obiettivo viene però prima di tutto.

"La dispersione è infatti uno dei maggiori rischi sul fronte dell'internazionalizzazione - ha ricordato Fabio Piccoli - spesso si sbaglia con l'idea di poter fare tutto, soprattutto nei mercati più emergenti e poi si disperdono risorse ed energie senza aver chiaro target e obiettivi precisi".

Andrea Pozzan, recruiter fra i più importanti in Italia nel settore agroalimentare, ha commentato i risultati della ricerca, mentre la relazione finale l'ha tenuta Denis Pantini, responsabile dell'area agroalimentare di Nomisma.  

"I consumi nei mercati tradizionali stanno diminuendo, per questo è necessario aumentare la propensione all'export per diversificare e compensare il fatturato. Mercati come Stati Uniti, Germania e Svizzera sono certamente fondamentali per noi, mentre in Cina facciamo ancora fatica per la troppa polverizzazione delle nostre imprese, troppe piccole per affrontare un mercato del genere. L'aggregazione unita a una comunicazione migliore dei nostri vini è la chiave. Gli export manager del futuro dovranno saper comunicare e fare marketing al meglio".