Vinitaly International partecipa in qualità di ambasciatore del vino italiano nel mondo, con l’obiettivo di avvicinare, ancora di più, il già maturo mercato statunitense, attraverso approfondimenti su alcune delle più prestigiose e storiche etichette italiane.
Martedì 9 giugno la Vinitaly International Academy, Via, propone tre Executive wine seminar, ognuno focalizzato sulle caratteristiche e le sfumature di uno dei migliori vitigni italiani.
“Chicago è un altro importante e concreto passo del sistema di promozione del made in Italy nel mondo sostenuto dal comparto fieristico, compiuto sotto l’egida di Mise e Ice. Siamo fieri di farne parte, e lieti di aver contribuito anche attraverso la storia di crescita di Vinitaly in Italia e nel mondo negli ultimi 50 anni, a rendere evidente il valore delle iniziative internazionali al fine di far crescere anche all’estero la vera cultura dell’eccellenza produttiva italiana” afferma Ettore Riello, presidente di Veronafiere.
“L'Italia ha il numero di viti autoctoni più alto di qualsiasi altro Paese nel mondo e se questo esprime l’unicità della biodiversità della nostra produzione, può anche rappresentare una complessità da comprendere. All’Fmi di Chicago, grazie all’approfondito lavoro della nostra Vinitaly International Academy (Via), guidiamo gli operatori americani nel cuore della cultura della produzione vitivinicola italiana, un passo fondante per sviluppare il business dell’intero comparto” dichiara Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.
Programma
Domani, dalle 12.30 alle 13.30 Ian D’Agata inaugura la serie di seminari con l’appuntamento The somewhereness of Barolo: differences and similarities in these great wines, durante il quale conduce i partecipanti attraverso una degustazione di vini provenienti da ciascuno degli undici comuni qualificati all’uso del marchio Barolo.
"Ogni borgata produce il proprio vino, unico e tipico – spiega Ian D’Agata, direttore scientifico di Via –. L’essenza ottenuta dalle uve Nebbiolo è molto simile ma, allo stesso tempo, ogni vino originario da questa vite ha sfumature diverse, determinate dalle caratteristiche geologiche del territorio in cui viene prodotto. Avere la possibilità di presentare una delle eccellenze italiane a dei potenziali buyer, ci consente di accrescere l’interesse verso il vino italiano, sia nell’assaggio che nell’acquisto”.
Dalle 14.00 alle 15.00 è la volta del secondo seminario di livello avanzato, Italy’s answer to Champagne: Franciacorta, che mostra l’alta qualità, ma da sempre sottovalutata all’estero, del vino frizzante made in Italy. “Il consumatore identifica nel Prosecco tutto il vino mosso italiano – puntualizza Ian D’Agata –. Per questo raccontiamo il Franciacorta, per spiegarne le differenze”.
Sempre Ian D’Agata conclude la serie di seminari di livello avanzato alle 15.30 con Montepulciano d’Abruzzo: new, improved and exciting, one of Italy’s greatest red wines. È la prima volta che viene organizzata una degustazione così approfondita sul Montepulciano d’Abruzzo e Via vuole condividere con Chicago la scoperta di una nuova generazione di produttori d’Abruzzo, prevalentemente composta da giovani che hanno ereditato dai genitori passione e tradizione e che lavora con una nuova prospettiva e nuove tecniche per riportare il Montepulciano, il cui posizionamento nel tempo è stato penalizzato dall’eccessivo invecchiamento in botte, ad un nuovo livello e producendo vini di gran lunga più fruttati e leggeri. La degustazione si concentrerà sulle Cantine di famiglia più piccole, che producono volumi bassi e che allo stesso tempo rappresentano le rarità del paesaggio abruzzese.
Oltre ai tre seminari di Via, da domani all’11 giugno, Vinitaly International allestisce anche un winebar. I primi due giorni saranno dedicati alle uve singole, Barbara, Barolo e Dolcetto, mentre il terzo giorno verrà valorizzata, anche con la presenza di sommelier, la ricca biodiversità dei vitigni italiani offrendo un più ampio ventaglio delle migliori etichette fornite dal Consorzio Il Franciacorta, Associazione è Abruzzo ed Enoteca regionale del Barolo.
“Gli Stati Uniti sono uno dei mercati più maturi per le esportazioni di vino italiano, nonostante i consumatori continuino a bere solo ciò che già conoscono – afferma Stevie Kim, managing director di Vinitaly International –. Anche per questo motivo, abbiamo concepito il Vinitaly International Winebar, perché, oltre a celebrare la varietà dei vini italiani, vogliamo offrire un approfondimento sui singoli vini e invogliare gli ospiti alla scoperta delle nostre etichette.
L'Italia ha il numero di vitigni autoctoni più alto di qualsiasi altra regione del mondo e questo aspetto, se è vero che valorizza la biodiversità della nostra produzione, d’altro canto per gli stranieri può rappresentare una complessità difficile da comprendere. Da qui nasce la Vinitaly International Academy, volta a trasmettere e a diffondere le sfumature che rendono il vino italiano un tesoro per il consumatore curioso".
L’Fmi di Chicago giunge a una sola settimana di distanza da un altro appuntamento di Vinitaly negli Stati Uniti e precisamente nella Grande Mela, lo scorso 1° giugno era infatti presente alla New York Vintners. Qui l’Academy ha tenuto l’Executive Wine Seminar A study in Sangiovese, una degustazione alla scoperta di diverse generazioni, dal 1974 al 2001, e territori d’origine di Sangiovese, oltre ad altri vini rari come il 1974 Monteso di Chianti Rufina di Frescobaldi, Chianti Classico Riserva Rancia da Felsina e Badia a Coltibuono Chianti Classico.
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Fonte: VeronaFiere