Numerosi studi epidemiologici hanno mostrato che il consumo di olio d'oliva è associato ad un ridotto rischio di contrarre alcune patologie cronico-degenerative come le malattie cardiovascolari e i tumori. I fenoli secoiridoi, peculiari composti di questo alimento, possono essere alla base dei meccanismi di chemioprevenzione esercitati dall'olio d'oliva sui tumori. Recenti studi confermano tali proprietà preventive anche in modelli animali di cancerogenesi. Si può pertanto suggerire, afferma in una nota Unaprol, che l'uso regolare di un buon olio extravergine di oliva ricco di composti fenolici può prevenire l'insorgenza di alcune neoplasie maligne nell'uomo.
La potenzialità dell’olio extra vergine di oliva di prevenire alcune malattie è direttamente proporzionale al concetto di qualità del prodotto: più è alta la concentrazione di polifenoli più è marcata la sua capacità di svolgere un’azione antiossidante. Gli italiani consumano mediamente 14 chili a testa di olio extra vergine di oliva, ogni anno. Il prodotto di qualità si configura come un alimento funzionale che si assume perlomeno due volte al giorno e che può essere preventivo delle malattie croniche, se è di buona qualità, oppure, all’estremo opposto, può essere un alleato di queste, se di cattiva qualità.
Un aspetto nuovo emerso è l'effetto inibitorio sulla crescita dell'Helicobacter Pylori, il batterio responsabile dell'ulcera e la gastrite. Alcuni studi sembrano dimostrare questa azione dell'olio extra vergine di oliva anche se richiedono di ulteriore conferma. Questi effetti benefici sono maggiormente espressi dall'olio novello in quanto la presenza di polifenoli è decisamente più abbondante.
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