Un universo sensoriale fatto di colori, odori, sapori ma anche sensazioni tattili come il calore sulla pelle quando il sole splende nel cielo terso. Non si può non innamorarsi della Sicilia perché rimane come un timbro indelebile nel cuore.

In questa terra da favola, mettono radici i vini Donnafugata capaci di assolvere l'arduo compito di esprimere in modo autentico l’appartenenza a terroirs unici.

 

Donna in fuga

Un nome legato alla storia della regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV di Borbone che in fuga dalle sue terre approdò dove oggi prosperano i vigneti aziendali da allora battezzati Donnafugata.
L'azienda, che nasce da oltre 160 anni di esperienza maturata in famiglia, oggi è portata avanti da Giacomo Rallo, dalla moglie Gabriella e dai figli José e Antonio.
Il progetto imprenditoriale attuale prende avvio nel 1983 dalle storiche cantine della famiglia Rallo a Marsala e nelle vigne di Contessa Entellina, nel cuore della Sicilia occidentale; nel 1989 si amplia comprendendo l’isola di Pantelleria dove parte la produzione di vini naturali dolci" spiegano in azienda. Ad oggi l’azienda conta circa 328 ettari di vigneto in produzione, di cui 260 a Contessa Entellina e 68 a Pantelleria. "L'idea verso cui tendiamo, è quella di porre la massima cura nei particolari e mettere l’uomo al servizio della natura per produrre vini sempre più rispondenti alle potenzialità del territorio”.

 

Verso la sostenibilità

Il ricorso all'enologia di precisione e diversi progetti di sostenibilità attivati da Donnafugata connotano il carattere spiccatamente ambientale delle produzioni. Dal 2007 l'azienda è parte del progetto sperimentale di Agriveltha volto a prevedere l'insorgenza delle condizioni favorevoli allo sviluppo di alcune malattie della vite, quali peronospora e oidio, così da intervenire solo in caso di reale necessità.
Nel 2009 Donnafugata mette a disposizione del progetto regionale 'Innovazione e Valorizzazione dei vitigni autoctoni siciliani' mezzo ettaro di terreno in cui sono oggi impiantate diciannove differenti varietà autoctone, per un totale di trenta biotipi.

Nello stesso anno entra in Magis con 4 ettari di vigneto, trovando nel suo protocollo un punto di incontro con la volontà aziendale di produrre nel rispetto dell’ambiente.
Plus del progetto sono, secondo lo staff aziendale, la lungimiranza di Magis che consente di prepararsi all’evoluzione normativa in atto a livello comunitario e la sua capacità di rispondere alle esigenze del consumatore in tema di sicurezza alimentare e rispetto dell’ambiente.

Migliorabili, invece, gli aspetti di distribuzione degli agrofarmaci nei confronti dei quali si potrebbe intervenire con un maggiore controllo.

 

Da non perdere

Sicuramente da provare i vini della cantina Contessa Entellina che raccoglie uve dei vitigni autoctoni Ansonica, Catarratto, Grecanico e Nero d’Avola, oltre ad alcuni vitigni internazionali, per un totale di 13 varietà provenienti da 7 contrade diverse poi avviati separatamente alla vinificazione.

 

 

Vigneti e paesaggio Contessa Entellina, Donnafugata (Fonte: A. Ruini)

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