"Il settore agroalimentare aiuta la stabilità, l'agricoltura come l'alimentare sono attività anticicliche. Il settore ha una sua vitalità importante". Così il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, nel commentare le stime preliminari diffuse dall'Istat sul Pil, dalle quali emerge come l'agricoltura è l'unico settore in crescita e, per il secondo trimestre consecutivo, fa registrare un segno positivo in virtù dell'aumento del 7% del valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari. Valore superiore addirittura a quello del settore auto.

"La crescita è più evindente nell'export - ha proseguito Catania - rispetto ad un'agricoltura ricca ma con aziende povere. Abbiamo molto valore aggiunto con una grossa capacità produttiva in relazione alla superficie disponibile, a fronte di aziende che, per limiti strutturali, sono afflitte da modesti margini di redditività intaccati da una ripartizione del valore di filiera che non è positivo".

 

In generale, il Prodotto interno lordo è diminuito dell'1,3% nel primo trimestre del 2012 rispetto al primo trimestre del 2011 e dello 0,8% rispetto al trimestre precedente.
"Il risultato congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell'agricoltura - precisa l'Istituto di statistica - e di una diminuzione del valore aggiunto dell'industria e dei servizi".

"Il valore delle spedizioni all’estero di prodotti agroalimentari made in Italy - sottolinea la Coldiretti - ha oltrepassato per la prima volta i 30 miliardi, un importo superiore alla voce autovetture, rimorchi e semirimorchi ferma a 25 miliardi nel 2011. A far crollare il Prodotto interno loro nel 2012 ha contribuito - sottolinea la Coldiretti - il mix esplosivo del maltempo che si è abbattuto sulla crisi nella prima metà del mese di febbraio ed è costato almeno 1,5 miliardi (lo 0,1 per cento del Pil) all’intero sistema produttivo nazionale tra i danni causati e il fermo delle attività per quasi dieci giorni nel settore agricolo, industriale e dei servizi, anche pubblici."

“L’agricoltura è l’unico settore produttivo che segna una crescita, a conferma che il mondo agricolo, nonostante le difficoltà, è ancora dinamico e vitale". Così il presidente della Cia, Giuseppe Politi. "L’incremento non deve, però, trarre in inganno. Le imprese continuano a essere in grande affanno e i prezzi praticati sui campi, dopo una fase di ripresa, segnano di nuovo un accentuato calo".
Negli ultimi dieci anni - avverte Politi - più di 500 mila imprese agricole, in particolare quelle che operavano in zone svantaggiate e di montagna, sono state costrette a chiudere. Solo nel 2011 più di 25 mila sono andate fuori mercato e oltre 13 mila nei primi tre mesi del 2012”.

"Un significativo recupero che però copre solo in parte le perdite contabilizzate nel tempo". Questo il commento di Confagricoltura, che evidenzia infatti come, dopo il forte calo subito intorno al 2005, l’aumento del valore aggiunto del 2011 non abbia ancora consentito di compensare il gap accumulato, con una perdita di circa un miliardo di euro (il 3-4% in meno) rispetto a quattro anni fa.
 “L’agricoltura non cresce abbastanza - conclude l’organizzazione –. Un problema che bisogna fronteggiare con politiche mirate a favorire la ripresa ed a migliorare la competitività delle produzioni del settore primario".