"La nostra è l'Organizzazione delle imprese, di tutte le imprese. Puntiamo ad un modello di agricoltura moderno, efficiente, innovativo, attento al sociale ed al servizio del Paese".
Parole del presidente di Confagricoltura Mario Guidi nella sua relazione all'Assemblea della Confederazione tenutasi a Roma lo scorso 11 maggio.
Nel suo intervento Guidi ha esplicitato il 'credo' di Confagricoltura: "Crediamo nella funzione strategica dell'agricoltura per il Paese e nel ruolo essenziale del ministero per le Politiche agricole; nella libertà d'impresa, nel mercato e nella competitività. Per questo vanno superati i gap, come quello della differenza di reddito tra gli agricoltori Italiani e i partner degli altri Paesi europei; da noi il reddito agricolo diminuisce del 3%, mentre in Europa aumenta del 12%".
Rafforzare la competitività delle imprese e dare impulso alla loro crescita sono dunque stati i temi centrali della relazione di Guidi, che ha infatti sottolineato che "una delle criticità manifestatesi nel lungo periodo è la frammentarietà dell'azione di 'lobby'". Dalle parole alla pratica: il presidente ha annunciato per le 18:30 una visita a palazzo Rospigliosi, sede della Coldiretti, "per verificare la possibilità di lavorare insieme nell'interesse delle imprese al di là del colore".
La libertà d'impresa passa da una "politica di alto livello": "Occorre creare - ha detto Guidi - quelle precondizioni perché le imprese aumentino la loro presenza sui mercati, accrescano la produzione e la produttività, riducano i costi diretti ed indiretti, anche quelli legati alla burocrazia ed ai tanti rigidi vincoli normativi, siano facilitate nell'introduzione di innovazioni di prodotto e di processo".
Al momento, secondo il presidente di Confagricoltura, le norme nazionali e sovranazionali "accrescono il differenziale di competitività tra le imprese Italiane ed europee e quelle dei principali paesi concorrenti, a vantaggio ovviamente di queste ultime: "Si sono caricati sulle imprese - ha incalzato Guidi - oneri burocratici di varia natura che stanno, giorno dopo giorno, costando alle imprese tempo e denaro".
Guidi ha ricordato che uno studio di Confagricoltura aveva calcolato in oltre 100 giornate l'anno questo onere, una cifra che "ora probabilmente è da ricalcolare in aumento", soprattutto in riferimento ai novità come il Sistri, il nuovo sistema di rintracciabilità dei rifiuti.
"Si è troppo sovente pensato - ha detto Guidi - di dover orientare con le norme l'attività del fare impresa e influenzare le scelte che spettano invece al solo imprenditore. Inquadrare le attività, anche quelle nuove, come la produzione di energia da fonti rinnovabili, va bene, ma non deve prevalere il dirigismo, creando e poi mettendo a rischio con un tratto di penna intere filiere. Senza tenere conto, ancora una volta, della competitività e dei rapporti con i concorrenti degli altri Paesi".
Queste considerazioni, Guidi le ha applicate al "fronte delle biotecnologie dove si è chiusa del tutto la porta ad una importante innovazione e anche alla sua sperimentazione, mettendo una seria ipoteca sulla nostra competitività come Paese".
Nel suo intervento Guidi ha esteso lo sguardo anche oltre i confini Italiani, sottolineando come si sono ridimensionati alcuni strumenti della politica comunitaria, "che è stata più che altro 'neutralizzata' nei suoi effetti sui mercati più che nella dotazione finanziaria. Occorre qui un maggiore sforzo comune per entrare nel vivo del negoziato a Bruxelles che sta disegnando la Pac per il 'post 2013'".
"Noi organizzazioni professionali, cooperative e sindacati del mondo agricolo - ha ricordato - abbiamo fatto la nostra parte approvando un documento comune sulla questione. Ora tocca al ministro ed ai nostri europarlamentari riprendere queste idee e farne parte integrante della posizione italiana a Bruxelles ed a Strasburgo".
Guidi è poi passato ad elencare alcune riforme urgenti da realizzare: in primo luogo la necessità di fare il punto su Agea e organismi pagatori regionali, perché attualmente ci si trova di fronte a un sistema che "funziona a due velocità sul territorio nazionale con un federalismo incompiuto che certo non giova e soprattutto con meccanismi amministrativi gestionali informatici che ancora non sono del tutto a regime". Guidi ha poi rilevato come, a fronte del tempo speso nel disciplinare la vendita diretta e nel varare una legge sull'etichettatura di origine, manchino a tutt'oggi "una disciplina della contrattazione e delle pratiche commerciali auspicabili con la Gdo" e "strumenti di promozione dell'internazionalizzazione funzionali alle esigenze delle imprese".
Scendendo su un piano più specifico, Guidi ha ricordato le annose questioni delle quote latte, "a cui occorrerà, una buona volta, scrivere la parola 'fine' facendo prevalere i principi di legalità e di etica imprenditoriale" e del collocamento del tabacco nazionale presso le manifatture; a questo proposito Guidi ha chiesto al ministro Romano, presente all'Assemblea, "di proseguire con la stipula di altri accordi quadro con le manifatture".
Il dialogo con le istituzioni è stato centrale nell'intervento di Guidi: "Crediamo in una pubblica amministrazione che facilita l’attività d’impresa e non la imbriglia, che fa da volano e non sia un peso, che si deburocratizza e si rende efficiente. Ho apprezzato l’impegno di alcune Regioni per superare i ritardi nelle erogazioni dei sostegni comunitari, fornendo anticipazioni finanziarie; il vero problema resta però quello di non essere riusciti ad attivare per le imprese un flusso di risorse coerente, costante ed efficace, capace di diventare reale strumento di politica agricola".
Parole, quelle di Guidi, accolte con favore dal ministro Romano, che ha commentato: "Condivido l’intervento del presidente Guidi, al punto che potrei sottoscriverlo integralmente" perché incontra "la mission che intendo perseguire al ministero nei prossimi due anni di legislatura, che non sono pochi".
Poi ha aggiunto: "Tra il ministero per le Politiche agricole e Confagricoltura c’è un trasparente rapporto di collaborazione, che giudico irrinunciabile". A proposito di alcune osservazioni di Guidi circa l'eccesso di attenzione al Km 0 rispetto alle produzioni più di massa, Romano ha detto, rivolgendosi al presidente di Confagricoltura: "Le cose si possono coniugare se non ci sono atteggiamenti fideistici. Apprezzo la volontà che tu dimostri per un cammino comune".
"E' necessario ridare slancio e credibilità alla politica agraria che l'Italia conduce a Bruxelles dopo anni di marginalizzazione a causa del referendum abrogativo del ministero che ha indebolito la posizione italiana. La mia presenza a Bruxelles è necessaria per 'riabilitare' il nostro Paese" ha detto il ministro, per poi concludere: "Dobbiamo tornare a quel tavolo con autorevolezza". La dimensione europea è stata fondamentale nell'intervento di Romano, che ha fatto notare il feeling esistente tra il commissario europeo all'Agricoltura Dacian Ciolos e il ministro dell'agricoltura francese Bruno Le Maire, facendo intendere che è proprio questa alleanza uno dei problemi che bisogna affrontare in modo positivo.
Il ministro ha annunciato per l'autunno un forum per scrivere le proposte per la nuova Pac. "Dovremo far compensare dal mercato le minori risorse della futura Pac" ha spiegato Romani, dicendosi convinto che per i prodotti Italiani "c'è un enorme spazio nel mercato globale", ma che vanno coordinate le azioni promozionali finora messe in atto senza strategia.
Parlando in generale degli enti agricoli Romano ha chiarito come a suo parere quelli che non funzionano vadano sciolti senza esitazione: "Io - ha avvertito - non farò sconti".
Nel suo intervento il ministro ha confermato un orientamento del governo su una politica di drastica riduzione dei controlli di routine nelle aziende ad uno annuale, previo appuntamento, in modo da ristabilire un rapporto di fiducia con i cittadini. A proposito delle lamentele sui ritardi nei pagamenti della Pac il ministro ha detto: "Sulla Pac ho sentito cose che se sono vere meritano qualche intervento. Un ente preposto deve fare i pagamenti nei tempi in cui un'azienda ha bisogno di quei pagamenti". Nell'intervento di Romano ha trovato spazio il tema dell'anno, l'unità del Paese, con un accenno che, per quanto breve, è stato salutato da un fragoroso applauso da parte dell'Assemblea: "Io conosco una sola Repubblica, che va da Canicattì a Vercelli".
Il ministro, inoltre, a margine dell'incontro, ha annunciato l'imminente nomina del nuovo commissario straordinario per le quote latte ed ha spiegato che la sua politica nei confronti degli splafonatori non ancora redenti è di "moral suasion". Per dimostrare di non avere pregiudizi Romano ha annunciato che fino al 31 dicembre saranno possibili ulteriori verifiche, sottolineando però che "i furbi non saranno premiati". Romano è poi tornato sull'argomento Agea, affrontato da Guidi nel suo discorso, spiegando che l'agenzia ha alcuni problemi che vanno risolti. Infine il ministro ha confermato che la prossima settimana il governo varerà un decreto omnibus con varie misure, tra cui il fermo pesca biologico produttivo per 45 giorni.
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Fonte: Agronotizie