L'Istat ha diffuso l'indice provvisorio dei prezzi al consumo di maggio 2010.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), relativo al mese di maggio 2010, presenta una variazione di +0,1% rispetto al mese di aprile e di +1,4% su base annua.

In base alla stima provvisoria, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra nel mese di maggio una variazione di +0,1% rispetto al mese precedente e una variazione di +1,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Calano i prezzi di pasta e latte, aumentano pesce e carne

"Si riducono i prezzi di pasta (-1,3%) e latte (-1,3%), mentre aumentano quelli di pesce fresco (+2,6%) e carne bovina (+0,9%) con l’effetto complessivo di un calo medio dello 0,4% nei prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche nel maggio 2010 rispetto allo stesso mese dello scorso anno". E' quanto sottolinea Coldiretti, che commenta i dati provvisori Istat sull'inflazione relativi a maggio 2010 che evidenziano anche un calo per il pollame (-1,4%) e i vegetali (-1,7%).

"La riduzione - continua Coldiretti - avrebbe dovuto essere ben più rilevante; bisogna considera che nei campi le produzioni agricole sono in piena deflazione (con un crollo del 4,5%) e cali record del 29% per la frutta, del 5% per i cereali, del 4% per gli ortaggi e per i vini, su base annuale ad aprile secondo l’Ismea. Una situazione - conclude l'associazione - che rischia di provocare l'abbandono delle campagne, a causa delle inefficienze e delle speculazioni lungo la filiera agroalimentare, con pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi".

L'agricoltura frena l'inflazione, ma le aziende restano in crisi

"Le variazioni mensili tendenziali per gli alimentari - sottolinea Confagricoltura commentando i dati diffusi dall'Istat - sono in calo da novembre; la variazione dei prezzi medi complessivi segna aumenti tra l’1,2 e l’1,5%. Si conferma la tendenza del 2009 ed emerge che la crescita dell’indice dei prezzi al consumo dei prodotti alimentari freschi si è attestata a quota +1,6% (ma era +4,5% nel 2008). L'agricoltura - conclude Confagricoltura - contribuisce sempre più a frenare l'inflazione, ma le aziende agricole sono in grande difficoltà, strette tra pesanti costi produttivi e burocratici e prezzi sui campi che restano in discesa (-4,5% per quelli all’origine a aprile 2010 rispetto allo stesso mese del 2009, in base all'indice Ismea)”.

Aumentano i consumi, ma cambia il carrello della spesa

"Il crollo dei prezzi sui campi frena la corsa dei listini al dettaglio degli alimentari (-0,4%), i consumi riprendono a salire (+1,1% nel primo trimestre del 2010 rispetto all’analogo periodo del 2009), ma cambia il carrello della spesa". Lo dice la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che commenta anch'essa i dati Istat.

"La diminuzione dei prezzi al dettaglio, è causa diretta della caduta verticale delle quotazioni alla produzione agricola, che, nel mese di aprile, hanno avuto una flessione del 4,5%, che fa seguito al -9,6% di marzo e al -13,6% del 2009. Sono andati in picchiata - conclude la Confederazione - soprattutto i listini di frutta (-28,8% ad aprile scorso rispetto all’analogo periodo del 2009), di ortaggi e legumi (-4,4%) e dei cereali (-5,1%, con punte del 15-20% per il grano duro)".