"Il fenomeno del lavoro sommerso rappresenta un problema per lo Stato, per i lavoratori e anche per le imprese agricole in regola". Lo ha dichiarato Confagricoltura nel corso dell'audizione della Commissione lavoro della Camera dei Deputati nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui fenomeni distorsivi del mercato del lavoro.

Per Confagricoltura infatti "le aziende che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro dipendente si trovano costrette a competere con aziende "sommerse", che operano con costi di produzione notevolmente inferiori".

L'organizzazione degli imprenditori agricoli ha quindi ribadito la propria assoluta contrarietà verso ogni forma di lavoro sommerso; lo testimoniano, tra l'altro, gli avvisi comuni sottoscritti con le organizzazioni sindacali nel 2004, 2007 e 2009 finalizzati principalmente a fornire indicazioni e proposte per contrastare tale preoccupante fenomeno.

Purtroppo i recenti fatti di Rosarno dimostrano che non si è ancora fatto abbastanza per arginare il lavoro sommerso che spesso, in alcune realtà territoriali, si innesta in altre situazioni di conclamata illegalità, come l'immigrazione clandestina ed il caporalato.

La difficile situazione del settore agricolo - che indubbiamente esiste e che ha comportato una contrazione del reddito - non può giustificare, ad avviso di Confagricoltura, in alcun caso lo sfruttamento dei lavoratori. Le istituzioni preposte debbono quindi vigilare su tali situazioni e applicare le sanzioni previste dall'ordinamento.

"Siamo però altrettanto fermamente convinti - hanno concluso i rappresentanti di Confagricoltura al termine dell'audizione - che la lotta al lavoro sommerso non possa essere combattuta solo con misure repressive. Occorre anche promuovere il lavoro regolare attraverso la flessibilizzazione delle regole, la semplificazione degli adempimenti, l'alleggerimento degli oneri".

In tal senso è necessaria la conferma delle agevolazioni contributive per zone montane e svantaggiate e la riduzione delle aliquote nelle aree normali del centro-nord, allineandole a quelle degli altri Paesi dell'Unione europea.