Per frutta e ortaggi è un vero tracollo. I prezzi sui campi continuano a scendere in maniera verticale. Un calo che non accenna a frenare.
Dopo pesche, nettarine, susine, fragole, meloni e angurie, che hanno registrato pesanti diminuzioni, anche per i prodotti autunnali è netta flessione.
Nella prima decade di ottobre la frutta registra, in media, un meno 22,1% nei confronti di un anno fa, mentre per gli ortaggi siamo nell’ordine di un meno 12,8%.
A segnalarlo è la Cia (Confederazione italiana agricoltori) che, in relazione ai dati Istat sull’andamento del commercio, si mostra fortemente preoccupata per una tendenza negativa che sta mettendo in ginocchio tantissimi agricoltori che, oltretutto, fanno i conti con costi produttivi, contributivi e burocratici alle stelle.
Il crollo, avverte la Cia, sta investendo tutti i prodotti di stagione. Per le mele, sempre nella prima decade di ottobre, si ha un calo del 33,8% rispetto all’analogo periodo del 2008. Ancora più vistosa la diminuzione registrata dalle prime clementine (-40, 6%). Pesanti anche le flessioni per le pere (-19,8%) e per l’uva da tavola (-19,9%). Per quest’ultima le quotazioni all’origine hanno toccato livelli molto bassi.
Basti pensare che un chilo di uva viene venduto sui campi addirittura tra i 10 e i 15 centesimi. Stesso discorso per gli ortaggi, anche se i cali rispetto alla frutta, sottolinea la Cia, sono meno eclatanti, pur segnando listini assai ridotti.
In particolare, le melanzane sono diminuite del 27%, le carote del 23,9%, le zucchine del 10,5%, le cipolle del 9,1%, i pomodori ciliegini dell’8,2%. La lattuga del 2,3%. Un quadro, quindi, non certo esaltante.
Per tale ragione, la Cia riafferma l’esigenza di un’effettiva programmazione nel settore ortofrutticolo e con essa validi accordi di filiera. Ma la situazione è simile anche per le altre produzioni agricole. Dai cereali al vino, dall’olio d’oliva al settore lattiero-caseraio.
Per questo motivo, la Cia ribadisce la necessità di interventi straordinari e concreti da parte del governo proprio per fornire un solido sostegno alle imprese agricole che si trovano in una grave emergenza. 
Una situazione che è alla base della mobilitazione promossa dalla Cia che si sta sviluppando con iniziative sull’intero territorio nazionale per ottenere i legittimi diritti di centinaia di migliaia di agricoltori che devono essere considerati alla stregua delle altre categorie produttive del Paese.