Si è tenuto nei giorni scorsi a Palazzo Chigi l'incontro tra Governo e parti sociali nel corso del quale sono state presentate le linee guida del Dpef 2010-2014. Per il governo erano presenti i ministri dell'Economia, Giulio Tremonti, del Welfare Maurizio Sacconi, della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, dell'Agricoltura Luca Zaia, delle Semplificazione normativa Roberto Calderoli e il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Gianni Letta.
 
Nel documento sono stati considerati "indispensabili" una serie di interventi:
-Fondo di solidarietà nazionale: almeno 250 milioni di euro per coprire parzialmente lo scoperto 2009;
- stabilizzazione delle agevolazioni previdenziali, che cessano il 31 dicembre 2009 per due terzi del territorio nazionale. L’onere è di 205 milioni di euro annui a regime;
- stabilizzazione dell’agevolazione sull’accisa del gasolio impiegato per coltivazioni sotto serra: l’onere è di 48 milioni di euro annui;
- ripristino degli stanziamenti del Piano irriguo nazionale, per almeno 100 milioni annui;
- rafforzamento delle strutture di controllo (Agea, Cfs, Icq), per almeno 70 milioni di euro.
- rilancio dell’azione di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari svolta da Buonitalia spa, per 20 milioni di euro;
- rilancio del fondo investimenti del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (legge 499/99), per 100 milioni di euro.
 
"Per aumentare la competitività e la tutela delle imprese italiane vogliamo rafforzare la strategia della qualità e della sicurezza alimentare, per arrivare a un sistema Paese che sia in grado di offrire tutte le garanzie chieste dal mercato. Di qui gli indirizzi contenuti nel Dpef, che consentiranno di rilanciare la nostra agricoltura e di renderla più competitiva nel contesto internazionale. Una necessità, questa, ancor più impellente ora che la crisi finanziaria mondiale e il crollo dei prezzi delle materie prime agricole hanno cambiato in modo significativo lo scenario di riferimento per la politica agricola nazionale”.
Questo il commento del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia sulle linee guida a sostegno del comparto agricolo nazionale, contenute nel Documento di programmazione economico finanziaria varato dal Governo.
 
“Sono tre – spiega il ministro - i principi fondamentali su cui deve fondarsi la politica del settore: la difesa del made in Italy; il potenziamento delle infrastrutture logistiche, in particolare di quelle irrigue, e lo sviluppo della competitività delle imprese, sia sul fronte della qualità, sia su quello dell’ottimizzazione dei fattori produttivi”.
Quest’ultimo obiettivo è raggiungibile attraverso la stabilizzazione della pressione previdenziale (anche nelle aree svantaggiate), la prospettiva pluriennale di finanziamento degli strumenti assicurativi, il rilancio del sostegno agli investimenti, la crescita dimensionale delle imprese, la diffusione di nuovi strumenti finanziari, il potenziamento del sistema cooperativo e il rafforzamento delle strutture nazionali dedicate alla tutela delle produzioni e del territorio. 
 
Per l’agricoltura ancora nulla. Nel Dpef approvato dal Consiglio dei ministri del 15 luglio scorso non troviamo assolutamente alcuna misura che riguardi il settore. Non comprendiamo, quindi, i toni trionfalistici usati dal ministro Zaia il quale ha sostenuto che nel documento vengono evidenziati come indispensabili alcuni mirati interventi a sostegno delle imprese. Da un’attenta lettura tutto ciò non ci risulta affatto. Siamo ancora una volta alle solite: tante promesse e pochi fatti concreti. Lo afferma il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi per il quale davanti alla crisi del mondo agricolo non s’intravedono provvedimenti incisivi.
“Se il ministro Zaia è in possesso di un documento diverso da quello che abbiamo visionato, ce lo fornisca. Ci appare strano che - aggiunge Politi - il Dpef, per la sua impostazione tecnica consideri ‘indispensabili’, come sostenuto dallo stesso ministro, interventi per il Fondo di solidarietà, la stabilizzazione delle agevolazioni previdenziali e sull’accisa per il gasolio per l’impiego sotto serra, per il ripristino degli stanziamenti del Piano irriguo nazionale, per il rafforzamento delle strutture di controllo, per il rilancio dell’azione di Buonitalia e del fondo di investimenti del ministero”.
“Nel Dpef - rileva il presidente della Cia - riscontriamo i tre obiettivi che il governo ritiene prioritari: stabilità del bilancio pubblico, coesione sociale e il credito, la liquidità alle imprese. A questi si aggiunge l’impegno di agire per trasformare l'attuale crisi in un'opportunità di sviluppo e di rilancio per l'economia italiana, e più in generale di progresso sociale per il Paese”. “Probabilmente il ministro Zaia ha trasformato le linee guida del documento in sostegno al settore agricolo. Ma da qui ad annunciare provvedimenti per l’agricoltura ce ne vuole. Siamo ancora all’enunciazione di principi. Quella che manca è la concretezza degli interventi".
 
Critica anche Confeuro che - si legge in un comunicato - ritiene "gravissimo ma indicativo che la parola agricoltura non venga citata neanche una volta".
 
"Gli interventi per garantire la liquidià alle imprese sono importanti per il settore agricolo dove si è verificato un crollo dei prezzi alla produzione che ha coinvolto tutti i settori ed ha raggiunto il 16 per cento a giugno rispetto allo scorso anno". E' quanto ha affermato Coldiretti con riferimento alla proposta di Dpef. La crisi di liquidità delle imprese agricole - sottolinea la Confederazione - è conseguenza della forte riduzione sia dei prezzi dei cereali (-33,3%), sia le quotazioni di vini e oli di oliva che su base annua hanno registrato contrazioni del 23,6% e del 20,4%. In calo anche i prezzi alla produzione della frutta (-21,7% sul giugno 2008), mentre le colture industriali chiudono il mese con una flessione tendenziale del 4,4%.

Interventi sul fronte del credito e della previdenza, estensione delle misure previste dalla “Tremonti ter” anche alle imprese agricole. Sono queste le richieste portate dal presidente della Confagricoltura Federico Vecchioni.
“C’è un problema di liquidità - ha detto Vecchioni - che esploderà dopo l’estate. Per questo è necessario dare alle aziende la possibilità di ristrutturare i mutui e di sospendere temporaneamente i pagamenti nei confronti delle banche”. E considerato che una delle maggiori criticità è il reperimento delle risorse da parte degli istituti di credito, Confagricoltura ipotizza una garanzia dello Stato su queste operazioni e la possibilità per la banca finanziatrice di approvvigionarsi in via speciale a costi più bassi. Il presidente Vecchioni ha chiesto di estendere alle imprese agricole che determinano il reddito su base catastale le misure previste dalla “Tremonti ter” per la detassazione degli utili reinvestiti.
Per quanto riguarda gli oneri sociali, Confagricoltura valuta necessario rendere strutturali le agevolazioni contributive a favore delle imprese agricole che operano in zone montane e svantaggiate (in scadenza a fine anno). Altrettanto necessario introdurre misure di alleggerimento del costo del lavoro per le imprese agricole nelle aree non agevolate del centro-nord.