E' stata presentata, nell'Aula Giovanni Paolo II della sala stampa della Santa Sede, la terza Enciclica del Santo Padre Benedetto XVI dal titolo: "Caritas in veritate". Come ha sottolineato il Cardinal Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, "si inserisce nella tradizione delle encicliche sociali che, nella loro fase moderna, siamo soliti far iniziare con la rerum novarum di leone tredicesimo ed arriva dopo 18 anni dall'ultima enciclica sociale, la centesimus annus di giovanni paolo secondo". illustrando i motivi della nuova enciclica, il cardinale ha ribadito che "la dottrina sociale della chiesa ha una dimensione che permane ed una che muta con i tempi". L'Enciclica è incentrata su questioni di attualità circa le quali offre indicazioni. "Bisogna reagire alla crisi con fiducia - si legge - poiché ci impone di cercare nuove regole, può diventare un'opportunità". Per quanto riguarda il tema della fame del mondo "Caritas in veritate" sottolinea come "eliminare lo scandalo della fame nel mondo è un imperativo etico e la via per salvaguardare la pace e la stabilità del pianeta".
 
Per quel che riguarda la globalizzazione il Pontefice dice che questa "va governata da un'autorità organizzata in modo sussidiario e divisa in vari livelli decisionali" quanto all'economia di mercato il documento papale sottolinea che questa "non funziona senza forme interne di solidarietà e di fiducia". Ampie poi sono le indicazioni agli imprenditori. "l'impresa – si legge - non si riduce all'interesse dei suoi proprietari: ha responsabilità sociali. L'imprenditorialità va intesa in modo articolato (...). questa concezione più ampia favorisce lo scambio e la formazione reciproca tra le diverse tipologie di imprenditorialità, con travaso di competenze dal mondo non profit a quello profit e viceversa, da quello pubblico a quello proprio della società civile, da quello delle economie avanzate a quello dei paesi in via di sviluppo". Inoltre "bisogna evitare che il motivo per l'impiego delle risorse finanziarie sia speculativo e ceda alla tentazione di ricercare solo profitto di breve termine, e non anche la sostenibilità dell'impresa a lungo termine, il suo puntuale servizio all'economia reale". suggerimenti anche alle organizzazioni sindacali che "devono strutturarsi per affrontare i problemi del mercato globale: e tutelare anche i non iscritti. superando le limitazioni proprie dei Sindacati di categoria, le organizzazioni sindacali sono chiamate a "farsi carico dei nuovi problemi delle nostre società".
 
Quanto alla finanza, l'Enciclica spiega che "appiattita sul breve termine ha funzionato male". "Gli operatori – esorta perciò il Papa - riscoprano il fondamento etico della loro attività a sostegno del vero sviluppo". "La migrazione – indica poi l'Enciclica - va governata, come ogni fenomeno della globalizzazione, ma senza dimenticare i diritti umani". E infine "la natura non è un tabù intoccabile né si deve abusarne: l'uomo deve averne cura"
 
"I grandi della terra, riuniti in Italia per il G8, hanno avuto la straordinaria occasione di raccogliere l'invito del Santo Padre a realizzare i profondi cambiamenti necessari per superare le attuali dinamiche economiche internazionali, caratterizzate da gravi distorsioni e disfunzioni, responsabili dell'attuale crisi mondiale". E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nell'esprimere apprezzamento per le parole del Papa Benedetto XVI che ha sostenuto che "bisogna evitare che il motivo per l'impiego delle risorse finanziarie sia speculativo e ceda alla tentazione di ricercare solo profitto di breve termine, e non anche la sostenibilità dell'impresa a lungo termine, il suo puntuale servizio all'economia reale". "Ed è proprio sull'economia reale che occorre investire riconoscendo - sottolinea Marini - il valore dell'impresa in relazione alla responsabilità, nelle parole del Santo Padre, 'nei confronti di portatori di interessi, quali i lavoratori, i fornitori, i consumatori, l'ambiente naturale'". "Un appello fatto proprio dalla coldiretti nelle campagne italiane dove - conclude Marini- siamo impegnati a difendere i valori distintivi del territorio, della qualità alimentare e della sicurezza ambientale che sono un patrimonio di tutti".
 
"Un'Enciclica che coglie nel segno i cambiamenti sociali ed economici e per uscire dall'attuale difficile crisi rivolge un chiaro monito ad affrontare le nuove sfide, in particolare quelle della fame, della globalizzazione, della finanza e del mercato, con strategie che abbiano le loro fondamenta nella solidarietà e nell'etica sono affermazioni che condividiamo e sosteniamo". Così si è espresso il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito alla lettera pastorale "Caritas in veritate".
"Questa Enciclica sociale - sottolinea Politi - analizza gli aspetti della nuova società in maniera puntuale e lungimirante. Un elemento va messo in risalto: le nuove regole, il governo della globalizzazione, l'economia, l'impresa devono avere sempre come punto di riferimento essenziale l'uomo. Altrimenti ogni politica di sviluppo rischia di trasformarsi in avventurismi perversi, in rincorse selvagge, in mere speculazioni, nella ricerca spasmodica di soli profitti, in deleterie speculazioni. Pericoli che la Cia ha denunciato. Le conclusioni cui siamo giunti coincidono - aggiunge il presidente della Cia - con le parole del pontefice. Abbiamo sottolineato l'esigenza di più agricoltura proprio per sconfiggere il drammatico spettro della fame nel mondo. Più agricoltura significa anche pace e sviluppo. abbiamo evidenziato l'esigenza di un governo della globalizzazione in atto, di un mercato con regole precise al fine di evitare pericolose spinte che generano soltanto tensioni e squilibri di carattere sociale ed economico. E nell'Enciclica ritroviamo questi elementi e per noi è motivo di grande soddisfazione". "Giustamente Benedetto XVI invita a non aèsare dell'ambiente naturale, ma averne effettiva cura. D'altra parte, proprio un corretto uso dell'ambiente - dice Politi - è una grande responsabilità verso le generazioni future e di tutta l'umanità"
 
"Benedetto XVI sottolinea come senza forme interne di solidarietà e di fiducia reciproca il mercato non può pienamente espletare la propria funzione economica ed oggi è questa fiducia che è venuta a mancare e la perdita della fiducia è una perdita grave”. Lo ha sottolineato durante l'Assemblea di Confagricoltura il presidente Federico Vecchioni. "Al contrario degli avventurismi di un certo tipo di finanza perversa, l’agricoltura italiana coniuga tradizione e innovazione, incarna i valori del merito, dell’etica del lavoro, della centralità dell’individuo e del rispetto dell’ambiente. Il Pontefice avverte: 'E’ interesse del mercato promuovere emancipazione, ma per farlo veramente non può contare solo su se stesso, perché non è in grado di produrre da sé ciò che va oltre le sue possibilità. Esso deve attingere energie morali da altri soggetti, che sono capaci di generarli'. Ed è questo il nostro obiettivo di più alto respiro: declinare la sostenibilità dell’agricoltura secondo il bilanciamento dei principi sociali ed economici".