Scatta di nuovo l'allarme siccità. Già in molte zone del Paese è emergenza: si avvertono, infatti, segnali della sofferenza idrica soprattutto nel nord (il Lago di Garda vede continuare scendere il livello delle acque), in Toscana, in alcune aree del Mezzogiorno. E si annunciano così pesanti ripercussioni su diversi settori produttivi e l'agricoltura in generale. A sottolinearlo è la Cia (Confederazione italiana agricoltori) fortemente preoccupata per la situazione che si sta creando, con agricoltori che, come è avvenuto lo scorso anno, rischiano di vedere compromesse molte colture. L'irrigazione ha un ruolo chiave nel garantire la qualità della produzione ed è pertanto un elemento decisivo nella strategia complessiva della maggior parte dell’agricoltura italiana. La Cia rilancia con forza la necessità che si dia vita ad una Autorità unica delle acque, superpartes e con poteri decisionali. Per la Cia, l'Autorità è necessaria per superare la frammentazione decisionale attuale, per promuovere accordi tra i diversi soggetti, controllare e sanzionare le violazioni, per governare l'equa ripartizione delle risorse idriche per l'uso irriguo, dopo aver soddisfatto il consumo umano, come afferma la legge. L'agricoltura intende fare la propria parte, sostenendo che servono una programmazione dell'impiego dell'acqua, il coordinamento dell'uso con gli altri settori, l'ottimizzazione dell'utilizzo idrico e politiche di ambito e di bacino. 'Ma',   sostiene la Cia, 'non vi sono segnali convincenti che si intenda uscire dalle logica di emergenza, per avviare organiche politiche di natura strutturale. Da un lato, cioè, interventi per recuperare e aumentare le risorse idriche, dall’altro, interventi per la riduzione della domanda e dei consumi'. Ridurre la vulnerabilità delle risorse idriche e lavorare nelle strategie di adattamenti nel settore agricolo significa, sottolinea la Cia, razionalizzare, integrare e rendere efficienti i diversi usi dell’acqua, cioè quelli che interessano l'agricoltura, l'industria, l'energia e la popolazione e questo richiede il contributo del più ampio arco di forze. 'Il Piano irriguo è stato rifinanziato, i Piani di sviluppo rurale sono stati approvati, ora occorre concentrarsi' - conclude la Cia - 'sulle priorità e sulle realizzazioni più urgenti: modernizzare la rete, realizzare strutturare per l’accumulo di acqua, piccoli e medi invasi per usi plurimi, avviare l’uso di risorse idriche non convenzionali, controllare gli emungimenti abusivi, diffusione di nuove tecniche di irrigazione, investimenti per il risparmio idrico, predisporre nuove opportunità assicurative'.