Agricoltura: Sono poco meno di 2,4 mln le aziende cerealicole europee. I dati e le cifre del granturco secondo un recente rapporto di Ismea. Le aziende cerealicole in Europa sono poco meno di 2,4 milioni. Complessivamente, negli ultimi 10 anni, il numero di aziende è diminuito del 12%; infatti tutti gli Stati membri hanno mostrato un processo di concentrazione, fatta eccezione per l’Olanda, dove la percentuale di variazione tra il 2003 ed il 1993 risulta essere positiva e pari al 6,7%. La superficie media delle aziende a cereali è passata dai 9,6 ettari del 1993, ai 15,7 del 2003. La situazione risulta molto eterogenea: si possono osservare realtà che in media hanno all’incirca 3 ettari, come il Portogallo, e altre di dimensioni molto maggiori che raggiungono una media di 50 ettari, come Regno Unito, Spagna, Francia e Germania. È solo l’Italia tra i principali produttori di cereali ad avere una dimensione media che è tra le più piccole in Europa (6,2 ettari). L’articolo "Il mais a conti fatti" è su Largo Consumo 01/07. Case History: Pedon, Agria, Ipafood, Pescanova Italia. Elenco dei Citati nell’articolo. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2.

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Sicurezza alimentare: un salumificio di medie dimensioni è sottoposto a 111 audit all’anno. Il 50% delle giornate lavorate all’anno sono dedicate ad attività di audit. Si calcola che un salumificio di medie dimensioni, composto da 4 reparti, con 40 dipendenti, attivo nel mercato italiano e nell’export multicanale sia sottoposto a 111 audit all’anno circa (tra certificativi di sistema, di prodotto, degli standard gdo, per l’export, quelli da parte dei clienti e quelli interni). Si è calcolato che il 50% delle giornate lavorate dall’azienda nell’anno 2005 siano state dedicate ad attività di audit. L’articolo "Alimenti con audit" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Sicurezza, certificazione e tracciabilità della filiera agroalimentare. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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chiamati a rispettare. Eccone una sintesi. Le norme che regolano la produzione del vino sono state oggetto di un convegno promosso da Oicce (Organizzazione interprofessionale per la comunicazione delle conoscenze in enologia) ad Asti. La legislazione che disciplina spumanti, vini frizzanti e aromatizzati ammette l’arricchimento dello spumante, ma una sola volta presso la sede produttiva e solo con componenti provenienti da uve raccolte sul territorio di lavorazione. Sciroppo zuccherino può essere impiegato per favorire la presa di spuma, mentre per conferire al vino particolari caratteristiche organolettiche, è prevista l’aggiunta di uno sciroppo di dosaggio. La legge, poi, distingue i vini aromatizzati dalle bevande aromatizzate a base di vino e dai cocktail aromatizzati a base di prodotti vitivinicoli. I vini aromatizzati possono essere prodotti sia in stabilimenti in cui si producono vini speciali, sia in quelli promiscui. Anche in questo caso occorre una dichiarazione di inizio attività; se la lavorazione avviene in uno stabilimento promiscuo, 5 giorni prima di avviare la produzione di vino aromatizzato, va inviata la dichiarazione dell’uso di aromi. L’articolo "Regole nel calice" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Sicurezza, certificazione e tracciabilità della filiera agroalimentare, Vino. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Vino novello: Se ne producono circa 17 mln di bottiglie l’anno. Messo in commercio a novembre, può essere gustato per due o tre mesi. Se c’è un vino in Italia legato più degli altri alla stagionalità, questo è il novello. La data di immissione in commercio, fissata per legge al 6 novembre, e il periodo ideale per consumarlo, limitato prevalentemente a due tre mesi, ne fanno il vino autunnale per antonomasia. La sua produzione, basata quasi esclusivamente sulle prenotazioni della clientela, negli ultimi anni si è attestata tra i 15 e i 17 milioni di bottiglie. Nel 2006 le 331 aziende produttrici hanno messo in commercio 15 milioni e 613.000 bottiglie, con un calo dell’1,3% rispetto al 2005. Complessivamente sono stati 117.103 gli ettolitri destinati alle cantine al novello, per un fatturato stimato in 72 milioni e 893.000 mila euro. L’articolo "Il novello fa mercato" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Vino. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1.

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Agricoltura: Come si fa ricerca e sviluppo nel settore? Ecco le problematiche ed esempi concreti con dati, cifre e riflessioni. Lo sviluppo è il motore dell’agricoltura: senza ricerca e sperimentazione non c’è innovazione, diversificazione e competitività. In questo momento si possono ravvisare problematiche importanti relative alla ricerca nel settore agricolo, in particolare in quello ortofrutticolo. Le cause da considerare, quando si parla di crisi della ricerca, sono la scarsità dei fondi pubblici, le continue ristrutturazioni dei centri di ricerca istituzionali, l’insufficiente partecipazione delle imprese private, la carente conoscenza delle priorità politiche europee. Attualmente l’1,07% del prodotto interno lordo (pil) italiano è nella ricerca, con un investimento pubblico dello 0,58%, mentre la media europea è dello 0,78%. Un buon esempio di politica agricola è il progetto Isafruit, formulato da un gruppo di ricerca italiano e accolto dalla Commissione europea, perché rispondente alle priorità sociali, economiche e tecnologiche. Un progetto multidisciplinare capace di coinvolgere piccole e medie imprese, università e centri di ricerca. Gli obiettivi di Isafruit sono aumentare qualità, fruibilità e salubrità della frutta, produrre e fornire con metodi di sostenibilità ambientale, aumentare la consapevolezza nel consumatore dei benefici di una dieta ricca di frutta e contribuire tramite la ricerca alla diminuzione dei prezzi. L’articolo "Ricerca in campo" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Ortofrutta, Orticoltura. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Alimentazione: Un’indagine di Coldiretti mostra gli italiani propensi a consumare prodotti nostrani, genuini e privi di Ogm. La tradizione viene aiutata dagli scandali alimentari. Anche in tempi di instabilità economica, gli italiani non rinunciano al piacere della buona tavola e oltre alla qualità sono anche molto attenti alla sicurezza alimentare e si orientano per lo più su cibi naturali e di origine nazionale, meglio se biologici e tipici. Dall’indagine effettuata da Coldiretti emerge che nel 2006 è cresciuta la diffidenza rispetto ai prodotti Ogm (tre italiani su quattro sono convinti che non facciano bene alla salute). L’86% degli intervistati ritiene che i prodotti nazionali siano più salutari di quelli contenenti sostanze geneticamente modificate. Inoltre a garanzia dell’origine nazionale gli italiani vogliono maggiore trasparenza in etichetta sulla quale dovrebbe essere indicato il luogo di allevamento e coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti. L’articolo "Conservatori in tavola" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Le politiche di valorizzazione e tutela dei prodotti alimentari tipici. Per approfondimenti digita: "Made in Italy alimentare", "Le opinioni degli italiani sull’alimentazione". Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1.

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Fiere: In quale direzione si muove il settore? Verso una maggiore ricchezza, complessità e globalizzazione grazie ad accordi internazionali. Le fiere, come mezzo di comunicazione stanno reagendo bene all’offensiva dei nuovi media, conoscendo una sorta di secondo Rinascimento con una vivacità di offerte anche a livello internazionale mai vista prima d’ora (i nuovi poli di Milano, Roma, Parigi, Dusseldorf) Inoltre compaiono nuove iniziative fieristiche destinate a “illuminare" mercati di nicchia particolari (lo Slow Food di Torino, L’Artigianato in Fiera di Milano, il Jardin & paysage di Parigi, o il Beautyworld di Francoforte). La fiera scopre così un suo nuovo ruolo: precorrere le tendenze e aprire lo scenario economico a nuovi settori e a mercati emergenti. A cominciare dai Paesi in fase di sviluppo (Cina, Russia, Sud America) presso i quali le fiere sono un sicuro acceleratore economico. L’articolo "Esposizioni alla ribalta" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Mercato fieristico. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2, Tab3.

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It e alimentare: Tracciabilità, magazzini e ordini. Ecco in cosa l’informatica può migliorare i processi. La tracciabilità, la gestione efficace dei magazzini, l’ottimizzazione dei rapporti con i fornitori, la gestione di quelli con la distribuzione. In un mercato sempre più esigente in termini di sicurezza, affidabilità, puntualità e capillarità, sono queste le necessità delle aziende alimentari e le aree d’intervento in cui l’informatica può offrire un aiuto prezioso. Le soluzioni tecnologiche rappresentano infatti uno strumento sempre più imprescindibile per la competitività dell’impresa e arrivano ormai a coinvolgere moltissime attività che riguardano direttamente la produzione, la logistica e la distribuzione stessa. L’articolo "L’informatica al servizio dell’alimentare" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Attrezzature e tecnologie per l’industria alimentare. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Frutticoltura: Una ricerca nel settore dimostra la necessità di agire sull’elemento umano per aumentare la competitività. Ecco come. Il mercato globale in cui ormai i prodotti ortofrutticoli italiani si trovano a competere in termini di prezzo oltre che di qualità, obbliga imprenditori, ma anche chi ha responsabilità di governo, a individuare soluzioni in grado di garantire la competitività dei prodotti italiani sui vari mercati. Il tema è al centro della ricerca “Il fattore manodopera in agricoltura. Caratteristiche, vincoli e opportunità per il comparto frutticolo", condotta dal Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara e dall’équipe del professor Carlo Pirazzoni dell’Università degli Studi di Bologna, Dipartimento di Economia e Ingegneria agrarie, con il cofinanziamento della Regione Emilia-Romagna. La ricerca tenta di individuare soluzioni possibili per garantire ai prodotti ortofrutticoli italiani competitività facendo leva sul fattore lavoro, considerato un punto nodale strategico sia sotto il profilo professionale, sia in un'ottica prettamente “contabile". L’articolo "Frutticoltura: rinnovamenti in campo" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Per approfondimenti digita: "La produttività perde il mordente" . Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2.

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Occupazione: in Italia la quota di occupazione a termine ha raggiunto il 9-10%. Nel settore agricolo utilizzato nella produzione o nella raccolta stagionale. Le Agenzie per il Lavoro sono un importante attore del sistema economico nazionale. Nonostante il ritardo legislativo che ha permesso la nascita di tali operatori, l’Italia è il quinto mercato europeo più importante in termini di fatturato dopo Regno Unito, Francia, Olanda e Germania: nel 2005, il fatturato aggregato di settore italiano ha superato i 4.000 milioni di euro. I lavoratori somministrati in Italia sono soprattutto uomini, tra i 25 e i 36 anni, diplomati. Le ore lavorate in somministrazione sono passate da quasi 136 milioni nel 2000 a circa 255 milioni nel 2005, e già nel 2004 le missioni attivate avevano superato il milione. Tra questi ultimi, si segnala come ancora marginale ma di sicuro interesse, quello agroalimentare. Uno sguardo al quadro d’insieme, coi dati forniti da Federalimentare: il fatturato (a valore) del settore è passato da 105 a 107 miliardi di euro (+1,9%, 2005/2004), il totale dei consumi (2005/2004) ha raggiunto un +3% attestandosi sui 186 miliardi di euro. L’articolo "Gli interinali dell’alimentare" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Lavoro interinale, atipico, part time nel largo consumo. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1, Tab2.

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Sicurezza: I consumatori desiderano prodotti sicuri e di qualità. La grande distribuzione sta lavorando sui propri fornitori. Le crisi alimentari hanno dimostrato che la perdita di fiducia significa il crollo dei consumi e della credibilità nella filiera dell’industria alimentare. Il consumatore ricerca salubrità, tutele, maggiori informazioni e desidera conoscere i processi produttivi, chiedendo più controlli e sicurezza alimentare: provenienza, modalità, conservazione e scadenza delle produzioni, conoscenza degli ingredienti e rispetto della normativa igienico-sanitaria. Per questi motivi, le Istituzioni europee hanno messo in atto nuove politiche e piani di azione. Il panorama legislativo europeo sulla filiera alimentare trova il suo pieno compimento, il 1 gennaio del 2006, con una serie di regolamenti europei (852, 853, 854 del 2004) che formano il cosiddetto “Pacchetto igiene", in cui si ribadisce che gli alimenti e i mangimi a rischio, dannosi per la salute e inadatti al consumo, non possono essere immessi sul mercato. L’articolo "Qualità secondo i requisiti" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Sicurezza, certificazione e tracciabilità della filiera agroalimentare. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Energia: E’ necessario adottare nuove tecnologie verso una maggiore compatibilità ambientale. Al vaglio le alternative energetiche già disponibili. Con l’accensione degli impianti di condizionamento e di riscaldamento, si ripresentano i problemi legati all’inquinamento ambientale e all’approvvigionamento energetico. E’ necessario adottare nuove tecnologie, già disponibili, anche in ottemperanza alla legislazione, sempre più tesa verso un nuovo concetto di efficienza energetica e compatibilità ambientale. Esistono sul mercato già ora, e a breve termine, tecnologie che rappresentano una seria e applicabile alternativa ed una promettente prospettiva per il prossimo futuro. Tante piccole soluzioni che possono portare a un tangibile miglioramento. L’articolo "Efficienza in caldaia" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Agrofarmaci: I residui di pesticidi sono un grave problema, ma le indagini dimostrano che il fenomeno è poco diffuso. Lo dimostrano le statistiche. Dal rapporto sul controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale relativo al 2004, pubblicato dal Ministero della Salute, emerge che su 7.334 campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio e vino analizzati solo 101 (l’1,4%) sono risultati superiori ai limiti massimi consentiti, percentuale in linea con la tendenza decrescente riscontrata negli ultimi anni e con i risultati del resto dell’Unione europea. Nello specifico, per quanto riguarda gli ortofrutticoli, dei 6.413 campioni analizzati, solo 84 sono quelli irregolari, il 65,8% dei campioni è risultato totalmente privo di residui, mentre nel 32,9% sono stati trovati residui entro i limiti legali. L’articolo "Agrofarmaci sotto controllo" è su Largo Consumo 01/07. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Sicurezza, certificazione e tracciabilità della filiera agroalimentare. Per approfondimenti digita: "I pesticidi nell’orto". Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo o visualizza gli Elementi a corredo: Tab1.

Le notizie riportate sono pubblicate da Largo Consumo - Rivista di Economia e Marketing sulla filiera dei beni di consumo
Per approfondimenti: Largo Consumo - 01/2007 www.largoconsumo.info