Alla giornata, tenuta la settimana scorsa presso il Centro di ricerche agro ambientali 'E. Avanzi' dell'Università di Pisa, sono infatti intervenuti decine di agronomi, studenti e apicoltori e anche veterinari provenienti da buona parte della Toscana.
Nella mattinata è stato fatto un quadro generale ma completo delle principali problematiche dell'apicoltura italiana di oggi, dalle principali malattie e i relativi mezzi di controllo e difesa, alle minacce emergenti rappresentate da Aethina tumida e Vespa velutina di cui hanno parlato nei loro interventi Franco Mutinelli dell'Izs delle Venezie e Antonio Felicioli del dipartimento di Scienze veterinarie di Pisa.
Altra problematica centrale, particolarmente sentita in questa annata, è stata quella dell'andamento del mercato del miele, presentato da Giorgio Baracani dell'Osservatorio nazionale del miele. Un argomento che ha destato non solo attenzione, ma anche una certa 'tensione' nel pubblico soprattutto sulla questione dei prezzi all'ingrosso (che non salgono) e della concorrenza del miele estero, con la richiesta di una maggiore trasparenza in etichetta sull'origine del prodotto e la proposta che anche i grandi invasettatori valorizzino le produzioni nazionali e locali.
Il rapporto tra apicoltura e agricoltura è stato introdotto dal suo punto più critico da Piotr Medrzycki del Crea Agricoltura e ambiente di Bologna che ha presentato la problematica della tossicità dei fitofarmaci, in particolare insetticidi, sulle api, soffermandosi sui rischi e le modalità di intossicazione che si possono verificare e su come cercare di evitarli.
Rischi che, come ha sottolineato Angelo Canale del dipartimento di Scienze agrarie alimentari e agroambientali di Pisa, non riguardano solo le api da miele, ma anche se non soprattutto tutte le altre specie di api selvatiche (che in Italia sono oltre mille), rimarcando anche l'importanza che la biodiversità agraria ha sia sugli insetti utili che sull'agricoltura stessa.
In questo contesto l'agricoltura biologica può avere un ruolo importante, come ha ricordato Barbara Cecconi di Icea nel suo intervento. Tuttavia, come è emerso dalla discussione, anche gli insetticidi ammessi nel biologico, in quanto insetticidi, in molti casi hanno una tossicità elevata nei confronti delle api, alle volte anche maggiore di alcuni prodotti di sintesi, per cui un approccio corretto anche in agricoltura biologica è necessario per poter tutelare gli insetti utili.
Di un aspetto particolare dell'agricoltura, l'agricoltura sociale, hanno invece parlato Stefano Fenucci e Marco Pellegrini della Cooperativa sociale il Pungiglione Onlus che in un lungo e coinvolgente intervento hanno raccontato del lavoro di reinserimento che con i loro mille alveari, la falegnameria e la cereria aziendale, stanno portando avanti da anni, ridando speranza, dignità e opportunità a persone con dipendenze, ex detenuti e ragazze vittime della tratta della prostituzione.
La giornata si è poi conclusa con la tavola rotonda e il dibattito che ha coinvolto oltre al pubblico in sala, Paolo Fontana della Fondazione E. Mach, Raffaele Dall'Olio dell'Aiar, l'Associazione nazionale allevatori api regine e i rappresentati delle associazioni apistiche toscane, Arpat, Aap e Toscana Miele.
Un dibattito che si è concentrato soprattutto sulle tematiche più discusse della Carta di San Michele da cui è emerso che le divergenze tra firmatari e associazioni di apicoltori, per lo meno tra quelle presenti, non sono sugli obiettivi di fondo della carta (tutelare le sottospecie di api italiane) quanto nelle modalità per raggiungere questi obiettivi, dimostrando che un dialogo non solo è possibile, ma anche costruttivo.