"Gli allevatori si erano illusi di poter semplificare la vendita dei vitelli dopo anni di continui allarmi e blocco della movimentazione per nuovi sierotipi e assenze di vaccini, dall’altra le direttive da seguire per trasportare i bovini nelle province autonome di Trento e di Bolzano aumentano gli impedimenti" commenta un nota di Coldiretti Sardegna.
La movimentazione verso queste aree, infatti, adesso è consentita, solo dopo aver effettuato, sette giorni prima della partenza dei bovini, il test PCR con esito negativo nei confronti dei sierotipi presenti nel territorio di partenza e non in quelli a cui sono destinati. Unico dato positivo: i costi, alti, adesso non sono più a carico dell’allevatore ma del Sistema sanitario nazionale.
“Abbiamo fatto un passo in avanti e due indietro – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -, la seconda parte dell’articolo 4-bis, in cui si lascia libertà alle regioni di poter fare richiesta di non essere incluse nella zona omogenea e non soggette a restrizioni per quanto riguarda la movimentazione dei bovini, annulla tutta la prima parte. Inoltre le nuove disposizioni per la movimentazione in queste regioni sono più restrittive rispetto alla normativa antecedente la legge emergenze. Quindi siamo punto e a capo. Per questo ribadiamo la necessità che la regione Sardegna si attivi per superare questa situazione. Ancora una volta le imprese agricole, in questo caso gli allevatori, sono ostacolati dalla burocrazia”.
“Chiediamo alla regione ed in particolare all’assessore alla Sanità di attivarsi per trovare una soluzione che snellisca questo iter lungo e dispendioso per le aziende – sottolinea il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –. Si potrebbe anche optare, come abbiamo chiesto da tempo, per stipulare accordi bilaterali con le regioni con le quali i nostri allevatori hanno rapporti commerciali per la vendita dei bovini”.