L'incidenza di questa patologia (nota come Pwd, acronimo dell'inglese post-weaning diarrhoea) è molto elevata, vicina al 25% in alcuni casi, e i danni sono rilevanti sia per la mortalità degli animali colpiti, sia per la mancata crescita.
Dagli antibiotici all'ossido di zinco
In passato si tentava di tenere sotto controllo questa patologia facendo ricorso agli antibiotici come la colistina. Poi l'aumentare dei casi di antibiotico resistenza e le politiche restrittive all'uso degli antimicrobici in zootecnia, hanno spinto la ricerca di molecole alternative.
La scelta è caduta sull'ossido di zinco, efficace, poco costoso e di facile impiego, grazie alla somministrazione con il mangime.
Ma l'ossido di zinco si è portato dietro altri problemi, in primo luogo le preoccupazioni di natura ambientale. Non essendo biodegradabile, ha il difetto di accumularsi nel suolo e nelle acque. Un problema per i terreni concimati con il letame di animali trattati. Per di più anche l'ossido di zinco è sospettato di favorire la comparsa di resistenze batteriche.
Lo stop da Bruxelles...
Ce n'è quanto basta per mettere in discussione l'impiego di questa sostanza e dalla Direzione generale della Salute della Ue è arrivata la proposta di mettere al bando i farmaci a base di ossido di zinco.
Una scelta che prende le mosse dal parere espresso dal Comitato europeo per i medicinali veterinari che in proposito ha dichiarato che "il bilancio rischio-beneficio dei prodotti contenenti ossido di zinco è negativo e i benefici per la prevenzione della diarrea non sono superiori ai rischi per l'ambiente".
…e da Roma
Dal nostro ministero della Salute fanno sapere che la possibilità di uno stop alle nuove autorizzazioni a questi farmaci e la revoca di quelle esistenti è assai probabile anche se ancora non se ne conoscono tempi e modi.
Certamente sarà previsto un periodo di transizione per consentire agli allevamenti di adottare misure alternative per tenere sotto controllo la diarrea da post-svezzamento.
I nuovi farmaci
Per fronteggiare questo problema si guarda con crescente interesse all'impiego di acidi organici. Questi hanno spiccati effetti antimicrobici in grado di ridurre la crescita di batteri e miceti indesiderati. L'acido formico, ad esempio, si dimostra efficace nel controllo dell'Escherichia coli (uno dei batteri di più frequente riscontro nella diarrea post-svezzamento).
Soluzioni alternative
Un altro fronte sul quale si può agire è la selezione di suini nel cui corredo genetico ci sia una maggiore resistenza ai patogeni.
Altro campo di studio è la vaccinazione contro l'E.coli, argomento sul quale i pareri sono però controversi.
Certezza c'è invece sull'efficacia di una più scrupolosa igiene associata ad ambienti di allevamento adeguati che garantiscano ai suinetti temperature corrette (sopra i 15 gradi) e assenza di correnti d'aria.