L’operazione Muttley non si ferma. E così, dopo i primi 65 indagati per traffico di farmaci veterinari, utilizzati per gonfiare bovini da carne e suini, nel mirino della Procura della Repubblica di Mantova sono finite altre 160 persone. Allevatori, ma anche veterinari, la metà dei quali mantovani.

La testa dell’organizzazione che distribuiva illecitamente farmaci veterinari, chiaramente in modo fraudolento e senza alcuna ricetta, ha le basi a Pegognaga, nel Mantovano. Ma non sono escluse ramificazioni anche all’estero.

Le indagini coordinate dal responsabile della Procura virgiliana, Antonino Condorelli, con la collaborazione del Corpo Forestale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, stanno portando alla luce una rete di grossisti,veterinari liberi professionisti, allevatori, farmacisti, commercianti non abilitati alla vendita.

Un giro colossale, partito con un blitz lo scorso giugno che ha coinvolto addirittura 260 uomini della Forestale. Un’operazione brillantemente condotta non soltanto nel mantovano. Vennero infatti svolte perquisizioni simultaneamente anche in provincia di Reggio Emilia, Parma, Padova, Brescia, Sondrio, Torino e Cuneo.

Stupefacenti i risultati, con il sequestro di 17.100 confezioni di farmaci veterinari, per un valore di 2,5 milioni di euro. E, fra gli indagati, 10 allevatori, 23 grossisti di farmaci, 12 responsabili di attività commerciali zootecniche, 2 farmacisti, 12 veterinari libero professionisti, 6 soggetti privati che svolgevano un ruolo di mediazione fra domanda e offerta.

Questione ancora più delicata, che la Procura non esclude affatto, il fatto che la carne macellata dei bovini e dei suini sia finita sulle tavole dei consumatori. In che condizioni igienico sanitarie era quella carne? Che tipo di farmaci furono utilizzati? Quale grado di pericolosità per la salute umana? Difficile, al momento, dare delle risposte. Ma, se dovessero essere confermati i sospetti, non è escluso che le associazioni dei consumatori possano costituirsi parte civile in un futuro processo a carico delle persone ritenute responsabili.

Lo scorso agosto, AgroNotizie fu in grado di anticipare alcuni sviluppi dell’indagine, scrivendo sul proprio sito che dopo l’individuazione dei primi 65 soggetti indagati, sarebbero state perquisite altre 55 realtà, fra allevamenti e altri siti della filiera.