E' ufficiale, l'Italia nella campagna lattiero casearia 2011-2012 non ha superato la quota di riferimento nazionale, pari a 10,88 milioni di tonnellate. Lo ha detto la Commissione europea alcuni giorni fa, confermando una situazione che negli ambienti della zootecnia italiana era già nota e che puntualmente Agronotizie ha dettagliato nelle settimane scorse. Nella sua comunicazione la Commissione ha poi evidenziato che in Austria, Irlanda, Olanda, Germania, Cipro e Lussemburgo, si è avuto al contrario un superamento delle rispettive quote nazionali e questi paesi dovranno preparasi a pagare una multa che complessivamente si aggira sui 79 milioni di euro.
Le cifre della Commissione indicano che questi sei Paesi hanno superato le quote produttive per un totale di 283mila tonnellate. Il numero di Stati che ha prodotto più latte del dovuto è comunque limitato, e le produzioni eccedentarie rappresentano appena lo 0,2% del latte europeo. Le minori produzioni di latte che per contro si sono avute in altri membri della Ue ha consentito di contenere la produzione europea, che nell'insieme registra una flessione del 4,7%.

 

I Paesi multati

Entrando nel dettaglio di alcune realtà produttive è interessante segnalare la Germania, che con i suoi 29,5 milioni di tonnellate è il più importante produttore di latte della Ue. Avendo prodotto 37mila tonnellate oltre la propria quota si troverà a pagare un conto di oltre 10 milioni di euro. La multa, lo ricordiamo, è di 27,83 euro per ogni quintale di latte prodotto in esubero. Più grave la situazione dell'Irlanda che dovrà pagare quasi 17 milioni di euro per aver superato di circa 60mila tonnellate la propria quota di riferimento. La multa più bassa è andata al Lussemburgo, appena 964mila euro per aver prodotto circa tremila tonnellate di troppo.

 

Addio alle quote

Questa la situazione per la campagna produttiva che si è chiusa il 31 marzo 2012. Ma come anticipato da Agronotizie, sono forti i timori che per la campagna in corso la produzione italiana possa superare la quota nazionale, riproponendo il problema delle multe. Dopo i molti inviti rivolti agli allevatori affinché spingano sul freno, si spera che il pericolo rientri. Un aiuto è venuto certamente dalle alte temperature della stagione estiva che hanno ridotto le capacità produttive degli animali. L'aumento dei costi di produzione indotto dalla bolla speculativa sulle materie prime per l'alimentazione del bestiame e i bassi prezzi del latte sono altri fattori che inducono a ipotizzare che sia in corso una frenata nella produzione di latte. La possibilità di un nuovo superamento della quota nazionale sta però riaccendendo il mercato delle quote che comunque cesseranno di esistere dal primo aprile 2015. E in molti si interrogano come reagirà il mercato del latte una volta privo di freni alla produzione. Le molte iniziative che Bruxelles ha previsto per un “atterraggio morbido” nel dopo quote, compreso il “pacchetto latte” di recente approvazione, rischiano di essere insufficienti. E le maggiori sofferenze potrebbero riguardare l'Italia e i suoi allevamenti, già oggi alle prese con mille difficoltà anche nel rinnovo degli accordi per il prezzo del latte.