"E' passata un'altra settimana e l'incontro fra Governo e Regioni per definire la delicata questione del finanziamento delle Apa, associazioni provinciali allevatori non c'è ancora stato".

Lo fa notare Nino Andena, presidente dell'Aia, Associazione italiana allevatori, che richiede "un chiarimento inderogabile, perché sul territorio la situazione é diventata insostenibile, con risvolti immediati sul fronte dell'occupazione e dell'erogazione dei servizi alle stalle iscritte". 

"In molte Apa - sostiene Andena - mancano già oggi le risorse per far fronte alle attività, un motivo che ha spinto il comitato direttivo di Aia, riunito a Roma, a condannare lo stallo in cui ci si è venuti a trovare, chiedendo a gran forza che il Governo ed il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, definiscano in modo chiaro e trasparente il nodo del trasferimento delle risorse per il miglioramento genetico, sbloccando il momento di incertezza che tutto il sistema sta vivendo". 

"Parallelamente - prosegue l'associazione - continua l'attività di Aia, sia a livello territoriale che centrale, per trovare le eventuali soluzioni alla crisi dei finanziamenti alle Apa. La prossima settimana, subito dopo la riunione del comitato di monitoraggio che dovrebbe, a livello tecnico, definire la quantità delle risorse finanziarie necessarie per garantire l'attività del miglioramento genetico, gli organi di aia si riuniranno di nuovo per concordare le azioni da intraprendere, anche drastiche, per tutelare le imprese zootecniche e gli amministratori del sistema allevatori". 

"Siamo amareggiati - precisa Andena - che vengano messi a repentaglio posti di lavoro nonostante l'attività del sistema allevatori accolga plausi bipartisan in Parlamento e venga apprezzata in ogni sede pubblica per il suo ruolo chiave nel garantire competitività alle imprese zootecniche italiane e ne venga evidenziato il fondamentale contributo per la sicurezza alimentare". 

"Non riusciamo inoltre a capire - conclude il presidente - le motivazioni per le quali non si riesca a convocare questo incontro chiarificatore, ma al tempo stesso non possiamo accettare che il destino di 4 mila famiglie di lavoratori sia messo a rischio a causa di dinamiche del confronto politico che non appartengono al nostro modo di essere e di lavorare".

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