Particolarmente intenso è stato lo scambio di informazioni sulla febbre catarrale degli ovini, meglio conosciuta come Blue tongue, malattia che non rappresenta un pericolo sanitario per l'uomo. Il Commissario ha informato sulla diffusione massiccia in tutta l'Europa del Nord del sierotipo 8. Il Paese più colpito è la Francia, con ripercussioni dirette sul piano sanitario ed economico anche per l'Italia, considerate le dimensioni degli scambi commerciali di bovini tra gli allevatori italiani e quelli d'Oltralpe (un milioni di capi importati ogni anno). Il Commissario ha evidenziato che secondo le stime delle Associazioni di categoria nei mesi di marzo e aprile 2008 le importazioni dalla Francia di bovini da vita di oltre 160 kg sono diminuite di circa l'80% per un danno economico quantificato dagli stakeholder intorno ai 10 milioni di euro. Le difficoltà iniziali, dovute alle carenze nel sistema francese di sorveglianza e di controllo, con il conseguente blocco delle importazioni di animali da vita non vaccinati o non naturalmente immunizzati, sono state affrontate con una accorta attività diplomatica, che ha portato all'avvio di una campagna di vaccinazione obbligatoria nelle zone sottoposte a restrizione in Francia. Al momento la vaccinazione è in corso, in via obbligatoria, anche in Italia (Province di Verona e Mantova) e in quasi tutti i Paesi comunitari. A differenza di altri Paesi, in Olanda e Repubblica Ceca la vaccinazione è facoltativa.
Sul fronte dell'influenza aviaria, il Commissario Ianì ha evidenziato l'assenza in Italia di focolai ad alta patogenicità. Nel corso delle ispezioni di routine, previste dal piano nazionale di monitoraggio 2008, sono stati individuati in Campania casi di positività sierologica in relazione ad un ceppo a bassa patogenicità (H7), che non comporta rischi per la salute umana. In via precauzionale, si è proceduto all'abbattimento dei volatili e alla distruzione delle uova negli allevamenti di polli interessati. A livello comunitario risale agli inizi di giugno 2008 la scoperta di una forma altamente patogena del virus dell'influenza aviaria (H7N1) in un allevamento della Contea di Oxfordshire, nel Regno Unito, dove sono scattate subito le misure di protezione previste dai regolamenti comunitari. Inoltre la Commissione europea, ritenendo possibile il rischio di focolai ad alta patogenicità H5N1 nel territorio comunitario, ha prorogato fino al 30 giugno 2009 per tutti gli Stati membri le misure di protezione già previste nella Decisione del 14 giugno 2006 e ha sospeso le importazioni di pollame e uova dalle zone sottoposte a restrizione della Croazia e della Svizzera. L'Organizzazione Mondiale della Sanità è in prima linea nell'aggiornamento delle strategie di lotta all'influenza aviaria: non a caso sono 120 gli esperti impegnati a revisionare le attuali "Linee guida per la preparazione alla pandemia influenzale dell'OMS", ideate nel 1999 e il cui ultimo aggiornamento risale al 2005.
Sul fronte BSE, il Commissario ha riferito che, sulla base di una valutazione del rischio realizzata dall'Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare), il Consiglio dei ministri europeo della pesca e dell'agricoltura ha acconsentito alla reintroduzione delle farine di pesce nell'alimentazione dei giovani ruminanti, proposta dalla Commissione europea in deroga al divieto introdotto nel 2001 in piena crisi Bse.
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Fonte: @nmvi Oggi