Il radicchio è senza ombra di dubbio una delle eccellenze del made in Italy. Proprio per valorizzarlo Macfrut 2018 lo ha eletto a simbolo della manifestazione fieristica che si terrà a Rimini dal 9 all'11 maggio 2018.

Da un punto di vista produttivo le operazioni di raccolta proseguono in modo regolare in tutti i principali areali produttivi. Situazione più difficile per i prezzi, che sembrano in forte contrazione. In base ai dati forniti da Ismea nella settimana dal 29 gennaio al 4 febbraio 2018 il calo per il radicchio in generale è del 14,8% rispetto alla settimana precedente e del 59,1% rispetto alla stessa settimana dell'anno 2017.
 

RADICCHIO O CICORIA ROSSA

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In campo c’è comunque un prodotto eccellente che lascia intravedere un’ottima qualità ed una produzione in linea con le previsioni fatte ad inizio della stagione. Questo vale in particolare per il radicchio rosso di Treviso Igp e per il radicchio variegato di Castelfranco Igp.

"Il nostro radicchio - spiega Andrea Tosatto, vicepresidente del Consorzio di tutela del radicchio rosso di Treviso e radicchio variegato di Castelfranco Igp - continua ad offrire un prodotto di ottima qualità, anche in questo finale di stagione. Questo grazie anche alla selezione varietale che i soci del Consorzio continuano a preservare.
Però il radicchio s'inserisce in un mercato che ha registrato una flessione, scandita dal consistente aumento della disponibilità di prodotto favorito dalle alte temperature registrate a gennaio, che hanno facilitato ed anticipato la raccolta. Ciò nonostante le quotazioni del prodotto Igp mantengono un buon trend stagionale grazie ad un programma di vendita solido ed al riconoscimento dell'Igp da parte della Gdo (garantendo così la stabilità del mercato)".


"La battaglia che dobbiamo combattere - spiega Paolo Manzan, presidente del Consorzio radicchio di Treviso Igp, in un comunicato stampa - non è né sulla quantità né sul prezzo, ma è soprattutto sulla valorizzazione in un contesto sempre più globale".
 
Un campo di radicchio rosso di Treviso Igp
Per far crescere il radicchio la battaglia si combatte sul valore
(Fonte foto: © Consorzio radicchio rosso Treviso Igp)

Alcuni dati sul radicchio italiano
“Nel 2017 in Italia - prosegue Manzan - si sono prodotte 234mila tonnellate di radicchi su 13.700 ettari, di questi 7.700 sono coltivati in Veneto (64%). Un mercato potenzialmente da 60 milioni di euro.

Il radicchio piace quindi agli italiani e soprattutto alle famiglie venete che ne acquistano oltre 5 chili a stagione, per una spesa media superiore ai dieci euro. Le Igp per questa pianta sono sei in Italia. Spicca tra loro il radicchio di Treviso Igp che rappresenta il circa 3% della quota venduta all’interno della grande distribuzione.

"Il Consorzio radicchio Treviso Igp - conclude Manzan - gestisce circa 500 ettari, somma delle superfici su cui sono messe a dimora le tre tipologie inserite nel Consorzio. Inoltre di questi ettari quasi 300 sono coltivati per una produzione tardiva e sicuramente più pregiata. Nel 2017 inoltre sono stati prodotti circa 17mila quintali totali mentre nel 2016 la produzione era stata di circa 10mila quintali".
 
Radicchio rosso di Treviso Igp durante la fase di lavaggio
Il mercato del radicchio in Italia vale circa 60 milioni di euro
(Fonte foto: © Consorzio radicchio rosso di Treviso Igp)

La coltivazione del radicchio rosso di Treviso tardivo Igp è possibile solo nelle campagne di 24 comuni del Veneto (17 in provincia di Treviso, 5 in provincia di Venezia e 2 in quella di Padova). La zona di produzione, trasformazione e confezionamento del radicchio rosso di Treviso del tipo tardivo comprende, l'intero territorio amministrativo dei comuni di seguito elencati: Carbonera, Casale sul Sile, Casier, Istrana, Mogliano Veneto, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Preganziol, Quinto di Treviso, Silea, Spresiano, Trevignano, Treviso, Vedelago, Villorba, Zero Branco (provincia di Treviso); Piombino Dese, Trebaseleghe (provincia di Padova); Martellago, Mirano, Noale, Salzano, Scorzè (provincia di Venezia).
 

Come creare valore?

“Pur rappresentando in questo panorama solo alcune centinaia di tonnellate certificate l’anno - ha affermato Denis Susanna, direttore del Consorzio radicchio Treviso Igp, in un comunicato - stiamo ponendo in atto alcune importanti azioni di valorizzazione: una revisione del disciplinare di produzione, l'ampliamento dell’area di produzione e un adeguamento del packaging alle nuove tendenze. Inoltre stiamo portando avanti un'operazione per il deposito del marchio radicchio di Treviso anche in diversi paesi extra Ue: Usa, Canada, Russia, Svizzera, Giappone, Australia”.
Da segnalare l'approvazione del nuovo disciplinare per il radicchio variegato di Castelfranco Igp, dove viene allargato il territorio di coltivazione ai comuni di Castelfranco Veneto, Riese, Resana, Loreggia, San Zenone, Loria, Povegliano, Massanzago, Villanova di Camposampiero, Borgoricco e Santa Maria di Sala (tra le province quindi di Treviso, Padova e Venezia, portando da 17 a 28 i comuni dell’area storica).
 
Radicchio rosso di Treviso Igp pulito e pronto alla vendita
E' necessario avere radicchio che sappia distinguersi agli occhi del consumatore
(Fonte foto: © Consorzio radicchio rosso di Treviso Igp)

Il 13 novembre 2017 presso Zero Branco (Tv) il Consorzio radicchio di Treviso Igp ha organizzato un convegno per fare il punto sulla produzione, sul mercato e sui consumi del radicchio in Italia. Durante l'evento sia Coop Italia che Eataly hanno lanciato al mondo della produzione italiana un messaggio molto interessante: è necessario avere un prodotto che sia in grado di distinguersi agli occhi del consumatore e che sappia, anche attraverso le confezioni, raccontare qualità e valore aggiunto
“Da un anno il radicchio di Treviso Igp è stato valorizzato all’interno della nostra linea Fior Fiore - ha spiegato Giuseppe Iasella, di Coop Italia -. Ed il successo è stato immediato. Basti dire che il valore delle vendite di radicchi Igp in Coop è balzato in pochi mesi al 20% dei 13milioni totali".
Sulla stessa linea d'onda anche Eataly. "Basta con la vendita del prodotto sfuso - spiega Sergio Fessia, responsabile ortofrutta di Eataly -. Servono packaging adatti capaci di raccontare la storia del prodotto ed il valore che c'è dietro".
 
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