Con l'arrivo dell'estate, mentre pesche, albicocche e ciliegie sono ormai sui mercati, solo le varietà più precoci di mele e pere sono già pronte per la vendita. Per gran parte di meleti e pereti, ha inizio la fase più importante, determinante per l'ottimale sviluppo dei frutti, per cui gli interventi di nutrizione devono essere calibrati per ottenere una buona raccolta. Le applicazioni fogliari di questo periodo, unite spesso ai trattamenti antiparassitari, devono consentire l'ottimale ingrossamento dei frutti e l'accumulo in essi dei composti responsabili del sapore e della qualità organolettica in generale.
Ilsa da anni propone soluzioni efficienti per l'integrazione nutritiva del melo e del pero, grazie ai suoi concimi fluidi a base di Gelamin (matrice proteica ad alto contenuto di amminoacidi) e ai biostimolanti di origine vegetale, ottenuti entrambi attraverso l'innovativo processo di idrolisi enzimatica FCEH®.
Ilsamin Calcio, Ilsamin Camg, Ilsamin Boro apportano azoto (che non deve essere mai in eccesso in questa fase) sottoforma di amminoacidi e peptidi, che vengono subito assorbiti a livello fogliare ed esercitano la loro influenza sul metabolismo della pianta nell'aumentare la pezzatura dei frutti. La presenza di calcio, magnesio e boro permette di incrementare contemporaneamente la qualità della produzione, evitando spiacevoli fenomeni legati a carenze di meso e microelementi, come la butteratura amara ('bitter pit') o la spaccatura dei frutti. Inoltre, l'impiego di biostimolanti di origine vegetale come Glucos K, IlsaC-on e Ilsa Vega, dà risultati straordinari in termini di allegagione, riduzione della cascola dei frutticini e incremento della qualità, grazie all'apporto di potassio e di altri importanti composti attivi. Essi, infatti, permettono un maggiore accumulo di zuccheri nei frutti e l'aumento della consistenza della polpa, oltre al rafforzamento delle autodifese della pianta, in virtù del loro meccanismo di azione sia sul metabolismo primario che su quello secondario. Grazie alla loro perfetta miscibilità con qualsiasi agrofarmaco e al loro basso dosaggio, tali prodotti permettono di ottenere produzioni maggiori e qualitativamente migliori, senza ulteriori sforzi economici.
Approfondimento sulla nutrizione di melo e pero
Le due pomacee per eccellenza sono coltivate in Italia su una superficie di 100mila ettari, di cui oltre la metà solo in Trentino (quasi 30mila ettari di meleti) ed Emilia Romagna (25mila ettari allevati a pero). In fase di produzione è necessario fare molta attenzione alla nutrizione azotata, in quanto l'azoto risulta necessario per lo sviluppo dei frutti, ma l'eccesso rende la pianta più suscettibile agli attacchi di carpocapsa, oidio e ticchiolatura, oltre a provocare gravi carenze di calcio e il manifestarsi di stress abiotici come la butteratura amara del melo, la rugginosità e la spaccatura dei frutti. L'apporto consistente di azoto va fatto al terreno dopo la raccolta, in modo da consentire alla pianta di accumulare le sostanze di riserva necessarie per la stagione successiva. Potassio e calcio sono gli altri due elementi fondamentali, importanti per la qualità dei frutti, per il gusto, il colore e la pezzatura, ma sono spesso in competizione, per cui l'eccesso di uno può causare una grave carenza dell'altro. L'utilizzo di varietà e portainnesti più resistenti (ad esempio il cotogno per il pero) e la combinazione di tecniche di concimazione (al terreno e per via fogliare) possono limitare i problemi legati a carenze o eccessi nutritivi. In generale, la reintegrazione annuale degli elementi minerali, fondamentali per lo sviluppo e la produzione delle piante, è quantificata in 80-100 kg/ha di N, 20-35 kg/ha di P2O5, 70-150 kg/ha di K2O e 175-190 kg/ha di CaO (per un impianto con una produzione di 300-400 q/ha).
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Fonte: ilsa