La piralide del bosso è un parassita del bosso comune e del bosso giapponese ormai presente quasi in tutta Italia da diversi anni.
Si tratta di un piccolo lepidottero, una piccola falena, che allo stadio di larva si nutre delle foglie o dei germogli ancora erbacei del bosso, causando danni anche gravi, fino alla completa defoliazione delle piante e che può portare ad un veloce deperimento e anche alla morte della piante stesse.
Perché in biologico
Sia allo stadio adulto che a quello di larva la piralide del bosso è molto sensibile a una vasta gamma di insetticidi, sia sistemici che di copertura, ma spesso il controllo biologico è interessante per poter operare in sicurezza e senza complicazioni in ambiente urbano, in spazi pubblici, o in giardini privati ma aperti al pubblico, come in ville, agriturismi o strutture simili.
Cosa usare
Per il controllo biologico la metodologia migliore è e resta l'uso del Bacillus thuringiensis, letale in poche ore per le larve dei lepidotteri, e quindi anche della piralide del bosso, e innocuo per tutti gli organismi che lepidotteri non sono, dalle persone, alle api, agli animali domestici.
Prima di tutto è fondamentale scegliere il tipo di Bacillus thuringiensis giusto, infatti solo il Bacillus thuringiensis kurstaky è attivo contro i lepidotteri.
In commercio se ne trovano diversi formulati, o in polvere o in sospensione acquosa. L'uso è piuttosto semplice: basta aggiungere il prodotto alla quantità di acqua indicata sulla scheda tecnica del prodotto e irrorarlo sulle piante, avendo cura di bagnare tutta la superficie fogliare.
Trattandosi di batteri vivi è importantissimo conservare il prodotto secondo le modalità indicate (solitamente ben chiuso in luogo fresco e asciutto) e utilizzare un'irroratrice dedicata o in ogni caso ben lavata.
La presenza di residui di rame o di altri prodotti fitosanitari infatti può avere un effetto tossico sui batteri e renderli inefficaci o meno efficaci.
Quando usarlo
Siccome la piralide del bosso è molto vorace e un attacco importante può portare a una completa defoliazione in pochi giorni, la tempestività di intervento è fondamentale.
La prima cosa da fare quindi è monitorare le piante e intervenire subito appena si notano le prime larvette, che nella fase iniziale sono molto piccole.
Un altro segnale importante e ben visibile della presenza delle larve sono i fili di seta che producono le larve stesse e che danno l'impressione di piccole e diffuse ragnatele sulle foglie.
Dal momento che il Bacillus thuringiensis non è molto persistente sulle foglie e dopo 2-3 giorni perde molta della sua efficacia, è importante trattare subito e in maniera accurata tutte le piante presenti in modo da evitare o ritardare il più possibile le reinfestazioni.
Operando in questo modo, si ottiene un controllo sicuro, semplice ed efficace di questo parassita che ormai da più di dieci anni minaccia una delle piante più importanti per il verde ornamentale, soprattutto all'interno dei giardini storici e dei giardini all'italiana.