"Uno scenario senza difesa, soprattutto nell'attuale contesto pugliese dove è determinante l'attività di contenimento della malattia, è inimmaginabile, con 11 nuovi focolai tra Locorotondo e Alberobello e il secondo focolaio registrato a Ovest di Crispiano. L'efficacia e la sistematicità sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe, anzi il sistema dei monitoraggi e campionamenti va potenziato, perché la lotta all'insetto vettore è stata trascurata, e monitoraggi e campionamenti degli ulivi fino a oggi si sono basati principalmente su analisi visiva di piante troppo spesso asintomatiche", afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Coldiretti Puglia, nel ribadire l'insufficienza della nuova area buffer intorno agli olivi riscontrati infetti di appena 50 metri, imposta dal Regolamento di Esecuzione 1201/2020 Ue approvato il 14 agosto 2020, considerato che le cicaline sputacchine in una stagione si spostano anche per 400 metri, sottolinea come tale misura "ottiene solo un'azione di rallentamento della diffusione, non certo l'estinzione dei focolai più avanzati nelle aree cuscinetto sul fronte epidemico che richiederebbe invece azioni ben più drastiche".
La vastità del problema, la rilevanza economica della coltura per l'intero territorio regionale e - insiste Coldiretti Puglia - le prescrizioni della normativa fitosanitaria comunitaria e nazionale in caso di ritrovamento di patogeni da quarantena impongono scelte e provvedimenti urgenti, anche in considerazione della diffusione della malattia che, dopo aver causato il disseccamento degli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando sino alla provincia di Bari, con effetti disastrosi sull'ambiente, sull'economia e sull'occupazione.
Da quando è stata confermata la presenza della Xylella fastidiosa in Salento nel 2013 - aggiunge Coldiretti Puglia, in base alla elaborazione di dati Sian - la produzione di olio ha subito un trend negativo che rischia di diventare irreversibile, con una diminuzione dell'80% in provincia di Lecce, mentre a Brindisi la produzione di olio è diminuita del 16% e del 4% in provincia di Taranto.
Ancora ferme al palo le risorse per il contrasto all'insetto vettore da destinare agli enti pubblici - denuncia Coldiretti Puglia. Intanto si accumulano i ritardi: per la rimozione degli ulivi secchi, la ricerca, la diversificazione produttiva, con il fallimento della misura per gli innesti degli ulivi monumentali con cultivar resilienti che ha registrato l'adesione di sole 91 aziende agricole per la farraginosità dell'intervento.