Per meglio comprendere le novità in materia di difesa del pomodoro da industria, AgroNotizie ha intervistato Sergio Gengotti, di Astra - Innovazione e sviluppo Srl. Astra svolge infatti di routine prove di campo, anche su pomodoro, atte a valutare l’efficacia di formulati sia nuovi, sia consolidati. Questo perché serve mantenere un continuo aggiornamento delle opportunità tecniche disponibili, anche in considerazione della recente evoluzione del panorama fitosanitario.
Dottor Gengotti, subito a bomba: quali sono gli elementi chiave per l’ottenimento di buoni raccolti?
“Innanzitutto si deve sottolineare quanto sia importante la prevenzione. La buona conduzione delle aziende dal punto di vista agronomico deve sempre essere considerata la linea di base da cui partire. Però, in alcune annate particolarmente piovose, come per esempio il 2014, la sola prevenzione non garantisce affatto i risultati. È vero che le differenze fra agricoltori poi si vedono, quando si tratta di drenaggi, di sesti d’impianto e altre variabili, ma la difesa rimane comunque strategica. Inoltre, dato che ogni annata pare ormai divenuta ‘anomala’, si deve stare sempre attenti e non abbassare mai la guardia. Grazie poi ai modelli previsionali si possono razionalizzare gli interventi e le strategie, adattandole anno dopo anno. Nostro dovere come tecnici è infine preservare l’efficacia dei prodotti. Ciò si può ottenere adottando le più sagge strategie antiresistenza, redigendo programmi articolati su prodotti aventi meccanismi d’azione diversi. Ma non solo: serve anche il rispetto dei trattamenti massimi consentiti in etichetta, o nei disciplinari, come pure vanno rispettate le dosi e gli intervalli fra trattamenti. La lotta alle resistenze è quindi basata su un approccio rigoroso dal punto di vista fitoiatrico”.
La coltura del pomodoro conta una lunga serie di registrazioni. Ma davvero tutta questa abbondanza è reale?
“In generale si sa bene quanto siano cresciuti i costi di registrazione di nuove molecole e nuovi formulati. Ciò ha portato a una diminuzione del numero di novità per anno. Il pomodoro vede quindi sì molti prodotti registrati, ma negli ultimi tempi sono usciti formulati che si vanno a posizionare soprattutto nelle fasi finali. In tale segmento temporale si trovano diversi prodotti citotropici o translaminari, oppure di copertura, grazie a molecole lipofile. Questi sono interessanti soprattutto quando mostrino attività anche su alternaria e abbiano un breve intervallo di sicurezza. Infine, oltre che a proteggere bene le foglie, devono essere molto efficaci soprattutto sulle bacche”.
E nelle fasi iniziali e centrali dei programmi?
“Lì invece c’è una certa carenza di prodotti rispetto al periodo menzionato in precedenza. La riduzione dei ditiocarbammati ha in parte allentato le linee di difesa, anche se devo dire che con propineb ho ottenuto risultati eccellenti. Il rame si usa all’inizio soprattutto su batteriosi, poi però va dosato per via delle limitazioni d’uso che sono state fissate. Proprio in considerazione di ciò, servono prodotti efficaci che permettano di controllare le malattie senza fare sforare questi limiti annui. In tal senso vi sono oggi disponibili miscele molto efficaci”.
Per esempio?
“Dalle prove da noi effettuate, direi soprattutto le miscele a base di propamocarb, come per esempio quelle con fenamidone. Tali miscele possono inserirsi bene in tutte le fasi colturali. Sono infatti molto flessibili, dato che apportano una serie di specifici benefici in ognuna di esse. Nelle prime fasi di crescita della coltura, per esempio, si può fronteggiare anche la presenza di Pythium, un patogeno verso il quale propamocarb si sa mostrare un’azione collaterale apprezzabile. La sua sistemia è infatti sia acropeta, sia basipeta. Raggiunge cioè ogni porzione della pianta. Nella parte centrale dei programmi di difesa, invece, si inseriscono bene i sistemici, causa il forte sviluppo vegetativo della coltura. A lungo lo standard di riferimento è stato metalaxyl, ma lavorando sul segmento dei sistemici si sono potute apprezzare anche le nuove formulazioni di recente immissione in commercio. Non sono molecole nuove, basandosi infatti su sostanze attive ‘mature’, come appunto propamocarb. Una sostanza attiva che di per sé nelle prove non ha brillato quando usata da sola, ma che riesce a esaltare i risultati finali quando posta in miscela con sostanze a differente meccanismo d’azione. Non sarebbe corretto parlare di sinergie, però l’unione di propamocarb e fenamidone ha dato risultati per certi versi sorprendenti, assolutamente paragonabili ai sistemici più tradizionali e in voga al momento. Dove quindi si dovessero vedere cali di efficacia dei sistemici, possiamo dire che oggi ci sono validissimi candidati da usare in alternanza o in sostituzione”.
Fra i prodotti a disposizione degli agricoltori, quali sono i nuovi arrivi degni di nota per la difesa della malattie fungine del pomodoro da industria?
“Le prove svolte negli anni passati sono state condotte spesso in condizioni estreme, come nel 2014. A volte sono stati eseguiti trapianti molto tardivi, proprio al fine di mettere alla frusta i prodotti. Tra i nuovi arrivi numeri molto interessanti sono stati forniti proprio dalla succitata miscela di propamocarb e fenamidone. Se questa viene posizionata all’inizio della fase vegetativa permette infatti di proteggere al meglio la coltura e di massimizzare anche gli effetti dei prodotti usati successivamente. Ha mostrato inoltre un’ottima efficacia anche sui frutti e conta su un intervallo di sicurezza di soli 3 giorni. È quindi molto flessibile come posizionamento. L’abbiamo infine provato anche nelle fasi di forte sviluppo vegetativo, a turni di 7-8 giorni, ricavando ottimi risultati. È cioè un prodotto inseribile nelle fasi cruciali della difesa del pomodoro”.
Qualche consiglio pratico?
“Consigliabile adottare sempre l’approccio dei trattamenti abbinati, senza eccedere il numero di due per stagione, come pure va sempre prediletto l’approccio preventivo a quello curativo”.
Oltre alla peronospora, l’altra bestia nera del pomodoro da industria è l’alternaria. Quanto conta questa patologia nella difesa complessiva del pomodoro?
“È anch’essa una patologia il cui controllo appare fondamentale. La malattia, però, è emersa poco nelle prove da noi effettuate. Sicuramente, è importante avere un prodotto capace di offrire una duplice attività”.
Quanto a complessità e delicatezza, la difesa del pomodoro da industria ricorda per certi versi quella della vite. Quanto è importante avere nuovi prodotti per la difesa?
“La problematica delle resistenze è sempre più importante. Avere formulati che agiscono con diversi meccanismi d’azione è fondamentale. Questi sono concetti importanti, che regolano anche i disciplinari di difesa integrata”.
Resistenze, efficacia e ampiezza dello spettro. Tutte caratteristiche importanti per ottenere quindi risultati finali di eccellenza. Fra le soluzioni sopra citate in modo squisitamente tecnico da Sergio Gengotti, appare opportuno segnalare però la vera new entry per la stagione 2016, ovvero Consento. Registrato a novembre 2015, il prodotto è appunto a base di fenamidone e propamocarb e si candida come strumento prezioso nella lotta alle patologie del pomodoro da industria.
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