Dopo la breve sosta estiva è il momento dei programmi: vediamo cosa bolle in pentola da qui alla fine dell'anno.
La Direttiva Agrofarmaci
Indubbiamente l'intera filiera degli agrofarmaci sta seguendo con estrema apprensione gli sviluppi del dibattito che dovrà portare al recepimento e all'attuazione della Direttiva Agrofarmaci, termine con cui molti sintetizzano la direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile degli agrofarmaci, e che probabilmente è destinata a sostituire “Direttiva sui fitosanitari” o “Direttiva 91/414” recentemente pensionata dal nuovo regolamento 1107/2009 in materia.
Ricordiamo brevemente che la Direttiva Agrofarmaci è il secondo pilastro di un trittico, denominato appunto “Pesticide Package” (“Pacchetto Pesticidi”, nulla a che fare ovviamente con gli imballaggi), che comprende il già citato “Regolamento 1107/2009 sull'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari”, la citata 2009/128/CE e il regolamento “1185/2009 relativo alle statistiche sui pesticidi”.
A questo trittico si collega normalmente anche la direttiva 2009/127/CE “relativa alle macchine per l'applicazione dei pesticidi” (ahi, ancora pesticidi: ma quando impareranno a usare il termine "agrofarmaci"?).
Tutti questi provvedimenti per attuare il modello che l'Unione europea ha riservato all'agricoltura e ai suoi mezzi tecnici per il futuro prossimo, e anche per quello lontano. Un unico obiettivo: migliorare il rispetto dell'ambiente attraverso la riduzione degli input chimici pericolosi prima, e degli input chimici in generale poi. C'è ovviamente molto altro, ma questo è il “succo.
Con il primo pilastro, il Regolamento, si sono fissate procedure comunitarie per l'autorizzazione degli agrofarmaci, con inasprimento dei criteri ambientali e introduzione del “principio di sostituzione” (a parità di efficacia, l'agrofarmaco meno pericoloso fa revocare quello più pericoloso1).
Con il secondo pilastro – la direttiva usi sostenibili – ci si assicura che gli Stati membri mettano in atto tutte quelle misure (formazione, controlli, regolamentazioni) che permettano di mettere in pratica la politica prefissata e infine con il terzo – la rilevazione statistica, si controlla il risultato.
Il Piano di azione nazionale
La prima scadenza è il 14 dicembre, data entro la quale gli Stati membri dovranno presentare i piani di azione nazionali “per definire i propri obiettivi quantitativi, gli obiettivi, le misure e i tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dell’utilizzo dei pesticidi sulla salute umana e sull’ambiente e per incoraggiare lo sviluppo e l’introduzione della difesa integrata e di approcci o tecniche alternativi al fine di ridurre la dipendenza dall’utilizzo di pesticidi”.
Entro quella data dovrebbe essere recepita la direttiva stessa (la scadenza era 14 dicembre 2011, ampiamente superata e questo spiega perché adesso le normative più importanti vengano emanate sotto forma di regolamenti, direttamente applicabili) e il provvedimento, presentato nel Consiglio dei ministri dell'11 maggio 2012, sta concludendo il suo iter dopo il passaggio alla Conferenza Stato-Regioni e alle Commissioni parlamentari competenti.
Come più volte riportato dalla stampa di settore, il Piano di azione nazionale è in corso di finalizzazione ad opera di quattro gruppi di lavoro (formazione, attrezzature, difesa integrata e ambiente) e dovrebbe vedere la luce nella sua forma definitiva in settembre, con poche settimane per il confronto con le “parti sociali”. Gli interessi in gioco sono notevoli: dal business emergente della formazione, ai controlli obbligatori sulle attrezzature (600000 – seicentomila – attrezzature da controllare almeno una volta entro il 2016), alla necessità di “passare totalmente alla difesa integrata” entro il 1° gennaio 2014.
Insomma, molta carne al fuoco, obiettivi e interessi molto importanti in gioco...
Per saperne di più
LEGGE 15 dicembre 2011, n. 217
Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita' europee - Legge comunitaria 2010. (12G0001)
1Ovviamente il concetto è estremizzato: esistono tutta una serie di meccanismi che rendono graduale questo processo, ma il “succo” è questo.
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Fonte: Agronotizie