Nel corso di un incontro su: 'Le scarificature dei frutti di agrumi: problematica emergente nell'agrumicoltura mediterranea', organizzato dalla sezione di sud-ovest dell'Accademia dei Georgofili, che si è svolto l'11 maggio presso la facoltà di Agraria dell'Università di Catania, i relatori Gaetano Siscaro, Filadelfo Conti e Giampaolo Schillaci hanno affrontato diversi aspetti relativamente al problema delle cosiddette 'scarificature' degli agrumi.

Con il termine 'scarificature' si individuano alterazioni della buccia dell'agrume, simili ad una cicatrice, che tuttavia non ne compromettono il gusto e la edibilità. Negli ultimi anni, e soprattutto negli ultimi mesi, sono sensibilmente aumentate le segnalazioni del fenomeno in Italia e in altre aree agrumicole del bacino del Mediterraneo. Si tratta di alterazioni attribuibili a varie cause, sia di natura abiotica che biotica: i tripidi comunque sono ritenuti i fitofagi maggiormente responsabili del danno.

Da recenti osservazioni condotte in limoneti siciliani sull'artropodofauna terricola è emersa la presenza di specie predatrici di tripidi e sono state evidenziate differenze nei livelli di presenza di questi fitofagi, la cui densità è direttamente correlata con la percentuale di sostanza organica del suolo.

Sono state avanzate ulteriori ipotesi sulle cause possibili delle scarificature, tra cui anche l'influenza negativa che avrebbero sull'epicarpo dei frutti le irrorazioni meccaniche con la nebulizzazione dell'acqua ad alta pressione.

Il fenomeno comunque è ancora in fase di studio e dovranno essere condotte prove sperimentali e azioni di monitoraggio per poter elaborare strategie di controllo e risolvere il problema che determina notevole danno economico ai produttori.