Gli antiossidanti presenti nel “SunBlack” si ritrovano soprattutto in uva nera, mirtilli, fragole, ciliegie, ma non in quantità significative nelle comuni varietà di pomodori. Da qui la scommessa del progetto di ricerca che alle caratteristiche nutrizionali del pomodoro ha aggiunto le capacità antiossidanti delle frutta “a buccia nera”, ma in quantità aumentata. Il “SunBlack” rientra nella categoria degli alimenti nutraceutici, in grado di portare benefici per mantenere le persone in uno stato di buona salute, ma non è un Ogm: i suoi semi sono stati ottenuti attraverso la tradizionale tecnica dell'incrocio.
Ottenuto da Gian Piero Soressi dell'Università della Tuscia (Viterbo), il “SunBlack” è stato caratterizzato in maniera approfondita negli ultimi anni dal Sant'Anna, dall'Università di Pisa e dallo stesso ateneo dell'alto Lazio. L'arrivo in commercio del pomodoro nero è stato possibile grazie ai semi forniti dal gruppo guidato dal professor Andrea Mazzucato dell'Università della Tuscia, in due varianti: a frutto medio e a frutto piccolo, nelle due varietà a grappolo e ciliegino.
“Per la prima volta - commenta Pierdomenico Perata, rettore del Sant'Anna e coordinatore del progetto di ricerca ‘Tomantho’ – un prodotto della nostra attività di ricerca viene commercializzato da un gruppo leader nella grande distribuzione, consolidando così il nostro ruolo di motore di sviluppo e la volontà di trasferire innovazione alle imprese radicate in Toscana. Il ‘SunBlack’ si è rivelato un duplice successo: sul fronte della ricerca, abbiamo dimostrato come gli antociani presenti nella buccia contribuiscono a proteggere il ‘SunBlack’ dalle malattie, sia per la commercializzazione, con decine di migliaia di piantine vendute dal 2014. Adesso si aprono nuove prospettive attraverso la rete distributiva di Unicoop Firenze dimostrando come la ricerca possa portare risultati utili a tutti, alle persone e al sistema economico”.
“Ringraziamo tutti gli ‘attori’ di questo progetto, a partire dal Sant'Anna di Pisa – sottolinea Piero Forconi, direttore commerciale di Unicoop Firenze - la nostra cooperativa ha fra i suoi scopi principali la tutela della salute e lo sviluppo delle imprese del territorio. In questo caso i due obiettivi si incrociano, anzi a questi due si aggiunge un terzo: la ricerca di qualità che si mette a servizio di questi obiettivi, rafforzando l'idea che quando ricerca, salute, qualità e filiera corta si incontrano il risultato per il consumatore è senza dubbio positivo e questo, per noi, rappresenta un elemento di grande soddisfazione. Per queste ragioni abbiamo da subito aderito al progetto, con l'idea che potrebbe essere un modello anche per altre nuove esperienze”.
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Fonte: Scuola superiore Sant’Anna