Nella suggestiva cornice di Villa Sorra di Castelfranco Emilia (Mo) il 20 ottobre scorso si è svolto il convegno dal titolo “Salvaguardia delle antiche varietà frutticole e viticole – Coltivare il futuro recuperando le tradizioni del passato” . L’evento ha voluto essere un momento d’incontro e di divulgazione informativa per far chiarezza su un aspetto importante come quello della biodiversità, con particolare riferimento all’aspetto delle varietà frutticole e viticole antiche e su come sia possibile attuare un loro recupero. Affrontare il tema delle biodiversità vuol quindi dire salvare un patrimonio culturale, sociale ed economico.

La Biodiversità
“La biodiversità è l’insieme degli esseri viventi che popolano la terra e delle interazioni tra essi e gli ecosistemi - ha spiegato Giuseppe Todeschini, assessorato all’Agricoltura e alimentazione della Provincia di Modena -. Una varietà di organismi, esseri microscopici, piante, animali ed ecosistemi tutti indissolubilmente legati l’uno all’altro”. L’agricoltura italiana presenta una grande variabilità di prodotti ed ogni paese o località ha la sua ricetta, i suoi frutti, le sue verdure che la distinguono l’una dall’altra.
In Italia sono a rischio estinzione ben 1500 varietà di frutta (stessa sorte per gli animali domestici) e la scomparsa di una di queste varietà (o razze) rappresenta la perdita di sapori di un territorio indebolendo anche un legame con il territorio e riducendo così anche la qualità.

La presentazione dell’evento è stata affidata a Roberto Bertoni, assessorato all’Agricoltura e alimentazione della Provincia di Modena e a Carmela Santopaolo, preside dell’Istituto agrario “L. Spallanzani” – che hanno spiegato le motivazioni che hanno spinto a organizzare l'evento e hanno sottolineato come le biodiversità e la riscoperta di questi sapori antichi e tradizionali rappresentino un patrimonio importante e da salvaguardare. A questo scopo la provincia di Modena ha attivato alcuni progetti legati alla Biodiversità (vedi allegato) e all’interno del convegno è stato Giuseppe Todeschini a spiegare le linee guida del “Piano Regionale di Sviluppo Rurale” (vedi a lato) con le opportunità che presenta proprio per le Biodiversità.

Gli interventi tecnici
Si sono poi susseguiti interventi più tecnici e mirati alla valorizzazione e al recupero dei alcune tipologie di frutta legati principalmente a progetti attualmente attivi.

1. “Vitigni autoctoni della provincia di Modena” a cura di Claudio Buscaroli del Crpv - Centro ricerche produzioni vivaistiche. L’intervento pone l’attenzione su di un progetto che lo stesso Crpv coordina e che studia le caratteristiche morfologiche ed agronomiche dei vitigni autoctoni. Inoltre cerca di identificare in Emilia-Romagna biotipi interessanti da porre sul mercato e da inserire nell’elenco delle varietà.

2. “Sviluppo dell’olivicoltura da olio nelle provincia emiliane” a cura di Andrea Fabbri, Dipartimento di Biologia evolutiva e funzionale dell’Università di Parma. Con questo intervento si è voluto spiegare l’omonimo progetto (coordinato dal Crpv) che ha come obbiettivo lo studio preliminare per lo sviluppo di un’olivicoltura da reddito nelle province emiliane. A tal fine sono state individuate oltre 270 piante, o ceppaie secolari, che rappresentano un interessante germoplasma da cui poi, a seguito di studi chimici ed organolettici, individuare ciò che c’è di meglio per usi commerciali ed industriali.

3. “Il censimento delle antiche varietà frutticole in Emilia-Romagna” a cura di Stefano Tellarini, Osservatorio agroalimentare. Con questo intervento si è voluto porre l’attenzione sull’attività del progetto omonimo e sulle modalità di ricerca delle informazioni e come al posto di fare perfetta chiarezza abbia dato origine a tante domande e a tanti spunti che saranno sviluppati col proseguo dello stesso progetto.

4. “Salviamo la Mora di Vìgnola” a cura di Gino Quartieri, Slowfood. L’intervento voluto spiegare come per Slowfood siano molto importanti i presidi e come sia stato importante promuoverne uno per le ciliegie tradizionali di Vignola. Queste infatti stanno pian piano scomparendo ed è quindi molto importante salvaguardarle e promuoverle in modo che si possa avere una loro coltivazione, produzione, riproduzione e commercializzazione.

5. “Recupero e valorizzazione di vecchie varietà di Castagno” a cura di Luigi Vezzalini, Comunità montana dell’Appennino Modena Est. L’intervento ha voluto porre l’attenzione su questa specie frutticola e sulla sua importanza e diffusione in Italia e su come però si siano perse le tracce di un numero imprecisato di varietà. Il progetto di recupero dei castagneti da frutto cerca quindi di evitare la perdita di tale patrimonio e di salvaguardarlo per cercare poi di riscoprirlo e rilanciarlo.

6. “Presentazione di un lavoro di catalogazione di frutti dimenticati” a cura di Katia Adige, intenditrice di frutti antichi e tradizioni del passato. L’intervento ha voluto mostrare il lavoro che sta svolgendo con passione ed amore sulla catalogazione e sulla riscoperta di questi preziosi frutti del passato e della memoria.

Alcune esperienze
La parte terminale dell’evento è stata incentrata su due interessanti esperienze private. La prima della ProRa – Produttori e raccoglitori di piccoli frutti – che ha permesso di presentare l’associazione e di individuare una forte connotazione alla salvaguardia delle antiche varietà frutticole e viticole del territorio, in modo tale da poter rappresentare l’identità e la cultura. La seconda di Benedetto Bonomi – imprenditore agricolo ed agronomo – sulla mela della nonna “Il ritorno della Campanina” ha voluto porre l’attenzione sulla su questa mela che presenta caratteristiche d’elevata capacità di conservarsi, richiede un basso di trattamenti, possiede un elevato potere antiossidante, tiene la cottura in modo straordinario e regola le funzioni intestinali. Questa mela è tipica della nostra tradizione ed è la mela cotta per eccellenza.

La mostra pomologia
All’interno del convegno è stata allestita anche una mostra pomologica – allestita in collaborazione con il Crpv – che ha ospitato circa 600 campioni di cultivar antiche e tradizionali. I campioni in mostra appartenevano a melo, pero e vite e a specie di minore diffusione come azzeruolo, giuggiolo, corbezzolo, cotogno e tante altre specie frutticole minori.

A cura di Lorenzo Cricca